Attraverso lo specchio... i misteri della mente
Ogni giorno interagiamo con stimoli diversi: l'ambiente, noi stessi, gli altri. Se ne è discusso a Napoli nell'ambito del seminario 'Attraverso lo specchio: i misteri della mente', in un dialogo tra psicologia, arte e neuroscienze
Il rapido sviluppo delle conoscenze scientifiche ha ricadute importanti su aspetti critici della società moderna, in termini di attività culturali, economiche e di scelte politiche, come lo sviluppo sostenibile, l'innovazione, la crescita economica e la diffusione delle conoscenze. A partire da queste considerazioni, la Stazione Zoologica 'Anton Dohrn' di Napoli, assieme con il dipartimento di Scienze della vita del Cnr e altre istituzioni riunite nel Comitato 'Scienza e Società', ha recentemente promosso una serie di incontri-dibattito su temi di attualità della scienza.
'Attraverso lo specchio: i misteri della mente' è stato il terzo di questi incontri, organizzato presso la Villa Comunale di Napoli. Obiettivo della 'due giorni', comprendere, in un dialogo fra psicologia, arte e neuroscienze, come ogni giorno interagiamo con stimoli diversi: l'ambiente, noi stessi, gli altri. E come entriamo in relazione per capire le azioni e le intenzioni altrui: la percezione del mondo esterno, così come ci viene trasmessa dai nostri sensi e dalla nostra sensibilità, determina il nostro comportamento, le nostre emozioni, l'esplorazione del mondo esterno. Il nostro cervello ci permette di interagire con i nostri simili in un rapporto empatico? Quali sono i meccanismi che permettono all'uomo di creare un evento artistico e di percepire le emozioni trasmesse da un'opera d'arte?
L'incontro ha visto alternarsi, gli interventi dello psichiatra Vittorino Andreoli, del neurofisiologo Leonardo Fogassi e del bio-ingegnere Francesca Cecchi. La discussione ha affrontato il significato di coscienza nell'uomo da quando il bambino comincia a percepire ciò che lo circonda fino alle sue relazioni nell'età adulta, senza trascurare i molti interrogativi che ancora restano su quella parte del nostro cervello attraverso la quale interpretiamo il comportamento (e/o le sensazioni) degli altri, i neuroni-specchio. Proprio lo sviluppo di queste conoscenze ha reso possibile progettare macchine (robot) che possano 'apprendere' lo spazio in cui si muovono.
Altro tema al centro del convegno, la percezione dell'arte e della musica, che come ha ricordato il fisico Renato Musto, non è basata unicamente su dati sensoriali (visivi, uditivi o altro), ma è un vero dialogo fra il proprio vissuto e il mondo esterno: paradigmatico è l'esempio di Beethoven che, anche da sordo, creava e ascoltava pienamente la sua stessa musica.
La capacità di raffigurare il mondo esterno, di creare suoni, di trasmettere sensazioni sono funzioni cerebrali, proprie della storia evolutiva dell'uomo: in questo senso, l'opera d'arte diventa uno specchio soggettivo della percezione dell'artista, quasi uno strumento di conoscenza, come emerso anche dalle testimonianze degli artisti presenti (il fotografo Fabio Donato, il pittore Ernesto Tatafiore, il maestro Michele Campanella), che hanno parlato del processo di creazione dell'opera d'arte e di come questa, una volta terminata, sia consegnata a chi la guarda.