Focus: Futuro

Una nuova generazione di artisti. Robot

Foto di braccio robotici che scolpiscono un opera artistica
di Sandra Fiore

Androidi dipingono ed espongono le loro opere, automi scultori gareggiano con Canova e Michelangelo, mega piattaforme consentono di scaricare gratuitamente e stampare capolavori in 3D. L'Intelligenza artificiale sta rivoluzionando il mondo dell'arte, collaborando con l'uomo o sostituendolo. Se riuscissimo a far lavorare in modo sinergico le due intelligenze, umana e artificiale, le prospettive diventerebbero inimmaginabili, come spiega Andrea Barucci dell'Istituto di fisica applicata “Nello Carrara”  

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Ai-Da Lovelace è una pittrice invitata, tra dieci artisti scelti, a partecipare alla mostra “Forever is now”,  la prima esposizione d'arte contemporanea alle Piramidi di Giza, allestita fino al 7 novembre. Solo che la performer è un robot dalle sembianze di un'avvenente ragazza, capace di disegnare e riprodurre la realtà osservata e di interagire con un interlocutore. La creatura artificiale, inventata da ingegneri di Oxford e fatta conoscere dal gallerista Adam Meller, è un omaggio alla matematica Ada Lovelace nota soprattutto per il suo contributo alla nascita del computer.

parete di geroglifici visti e riconosciuti da un computer

Con Ai-Da siamo già con i piedi nel futuro, dentro il dibattito relativo alle possibilità creative degli automi e alla loro capacità di sviluppare una sensibilità estetica. Le macchine intelligenti saranno solo un ausilio per i creativi oppure questi un giorno dovranno competere con gli umanoidi nel mercato dell'arte?

Certo è che Ai-Da è il primo robot invitato a una collettiva. Prima dell'evento egiziano, le sue produzioni sono state esposte in alcune gallerie inglesi e hanno avuto anche successo. L'inventore ha dichiarato che il robot non può sostituire l'artista, ma gli automi, in generale, possono creare un nuovo settore, come avvenne con l'invenzione della fotografia.

L'esperimento richiama alla memoria quello condotto da Desmond Morris, zoologo e pittore che nel 1956 affidò alla scimmia Congo matita e pennello per studiare i comportamenti del primate. Le opere vennero esposte e attirarono anche l'attenzione di artisti di rilievo, quali Dalì, Picasso e Mirò, che ne divennero collezionisti. Oggi l'atto creativo è passato al robot a testimonianza di come l'estro può avvalersi “della mano” di automatismi. “Tali applicazioni pionieristiche dimostrano come questi strumenti siano estremamente versatili, mimano infatti il comportamento umano, sfruttando potenza di calcolo, capacità di astrazione e una intrinseca riproducibilità. Se riuscissimo a far lavorare in modo sinergico un'intelligenza libera, come quella umana, con l'Intelligenza artificiale (Ia), nel cosiddetto paradigma 'human in the loop', non ci sono dubbi che le prospettive diventerebbero inimmaginabili”, commenta Andrea Barucci ricercatore esperto inel settore dell'Istituto di fisica “Nello Carrara” (Ifac) del Cnr.

È approdata nel mondo 4.0. anche la scultura che per Michelangelo, “si fa per forza di levare" secondo il concetto platonico dell'idea preesistente,  che va liberata dalla mente e quindi dal  blocco lapideo. Il gruppo di lavoro Robotor, azienda milanese specializzata in automi per la lavorazione di materiali, ha riprodotto, grazie a una macchina, l'opera “Amore e Psiche” che ad Antonio Canova è costata cinque anni di lavoro. Basta avere un file tridimensionale o una foto: una volta processati dal modeling e dalla scansione 3D  si traducono in un input per  braccio robotico che inizia a dare forma alla materia  senza grandi sforzi. La fase di finitura, spiega Giacomo Massari dell'azienda, viene affidata allo scultore per un risultato migliore. Molti artisti contemporanei, si legge nel video illustrativo pubblicato su youtube, si sono avvalsi di questo laboratorio: da Jeff Koons a Maurizio Cattelan a Toni Cragg. Il computer è la terza mano capace di concretizzare anche le idee più ambiziose.

L'uso delle stampanti 3D ha poi aperto l'opportunità di avere in bella vista, a casa propria, un capolavoro racchiuso in un museo. Come? A pensarci è “Scan the World”, una piattaforma open source dalla quale è possibile fare il download gratuito della Venere di Milo, del David di Michelangelo o di altri manufatti. Il progetto, nato nel 2014, oggi è il più grande “museo digitale” di capolavori. 

L'interazione tra intelligenza artificiale e design offre all'industria del comparto di progettare molteplici declinazioni di uno stesso modello. Sul settore ad esempio ha puntato la giovane start up milanese Proximars, che promuove l'incontro tra arte e robot e collabora con grandi nomi dell'architettura. 

Se la questione sulla possibilità che gli algoritmi e i sistemi virtuali possano sviluppare una raffinatezza  estetica solleva dubbi e quesiti di carattere etico, è ampiamente riconosciuto il notevole supporto che l'Ia dà a storici dell'arte, archeologi e studiosi delle scienze umane. “Recentemente, la tecnica di acquisizione di immagini nota come imaging iperspettrale, associata ad algoritmi di analisi, aiuta il lavoro degli esperti nel risolvere misteri aperti. Il Cnr-Ifac ha collaborato nel caso di studio relativo a tre quadri di Picasso (Blanquita Suraez, Man with fruit bowl, Woman in an armchair), dipinti a pochi mesi l'uno dall'altro, nel 1917, e conservati negli stessi luoghi, ma con diversi stati di degrado. Un altro progetto ha messo a punto un sistema per decifrare i geroglifici con l'Ia, aprendo la strada a nuove conoscenze sull'antico Egitto”.  

La sinergia tra tecnologia e filologia ha svelato anche aspetti  più reconditi di una relazione amorosa. Un team francese, infatti, ha indagato sullo scambio epistolare tra Maria Antonietta, l'ultima regina di Francia, travolta dalla rivoluzione, e il suo amante, il conte svedese Axel von Fersen, portando alla luce attraverso l'esame degli inchiostri e l'uso di tecniche di imaging,  parole appassionate, prima scritte e poi censurate dalla sovrana per paura e incertezza.

Fonte: Andrea Barucci, Istituto di fisica applicata "Nello Carrara", Sesto Fiorentino , email andrea.barucci@ifac.cnr.it -

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