Focus: Presepe

In mare si ripesca il passato

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di Emanuele Guerrini

Nel tradizionale presepe napoletano il pescatore simboleggia San Pietro, pescatore di anime. Questo personaggio incarna anche una professione che le comunità locali stanno progressivamente valorizzando, in nome della tradizione, dell'ambiente e di un'economia da rilanciare. Ne abbiamo parlato con due ricercatori dell'Ismar-Cnr di Ancona

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Seduto su uno scoglio con la canna in mano o intento a sistemare le reti, il pescatore del Presepe. Rimanda a una realtà locale caratterizzata dai mestieri artigianali. Ancora oggi la piccola pesca è realizzata con modeste imbarcazioni, prevalentemente all’interno della fascia costiera: vengono utilizzati attrezzi passivi o fissi, come le reti da posta (tremagli e imbrocco), le trappole (nasse, cogolli e bertovelli) e, anche se con minor diffusione, i palangari. Strumenti che, grazie alla loro selettività, esercitano un modesto impatto ambientale.

“La pesca costiera è fortemente legata all’avvicendarsi delle stagioni che, modificando i parametri chimico-fisici della costa, influenzano la presenza e quantità delle specie bersaglio”, spiega Fabio Grati dell’Istituto di scienze marine (Ismar) del Cnr di Ancona. “La pesca artigianale non cerca di catturare le risorse ittiche investigando vasti fondali marini, bensì intercettandole durante i loro abituali spostamenti. Questa pratica consiste nel prelievo della risorsa esclusivamente in determinati periodi dell’anno, con attrezzi che non depauperano l'ambiente e le risorse ittiche”.

Le piccole barche utilizzate per la pesca artigianale, che ospitano generalmente una-due persone di equipaggio, risentono particolarmente delle condizioni atmosferiche. “Questo tipo di pesca prevede uscite giornaliere in tratti di mare poco distanti dai rispettivi porti di appartenenza. Soprattutto nella stagione invernale le condizioni meteo-marine giocano un ruolo determinante, proprio per le caratteristiche dei mezzi utilizzati, scandendo l’alternanza delle giornate di pesca da quelle di riposo”, continua Grati.

Ora si 'ripesca' il passato guardando al futuro. “Diverse comunità locali, nel quadro di un recupero della 'cultura marinara’ e ravvisando possibilità di sviluppo economico, stanno sempre più valorizzando le attività legate alla pesca artigianale”, conclude Luca Bolognini dell’Ismar-Cnr di Ancona. “Grazie anche al contributo di fondi comunitari, si costruiscono impianti utili al lavoro degli operatori del settore e strutture ricettive in cui acquistare pesce fresco di stagione, pescato in modo responsabile e a chilometro zero”.

Fonte: Luca Bolognini, Istituto di scienze marine, Ancona, tel. 071/2078849 , email l.bolognini@an.ismar.cnr.it - Fabio Grati, Istituto di scienze marine, Ancona , email f.grati@ismar.cnr.it -

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