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Connubio proficuo tra fisica e medicina

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di Emanuele Guerrini

Si è svolto a Perugia il 9° congresso nazionale dell’Associazione italiana di fisica medica. Un momento di confronto tra tavole rotonde, paper internazionali e corsi di aggiornamento. Più di 500 i lavori presentati

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Sono laureati in fisica che hanno poi acquisito uno specifico diploma di specializzazione. Operano in ambiente sanitario per garantire la sicurezza nell’impiego di radiazioni e altri agenti fisici in radiologia, in radioterapia e in medicina nucleare, occupandosi anche di 'risk management’ e 'health technology assessment’. Si sono riuniti a Perugia, dal 25 al 28 febbraio, in occasione del 9° congresso nazionale dell’Associazione italiana di fisica medica. Circa 500 i lavori presentati, i cui abstract sono stati pubblicati in anteprima sulla rivista specialistica dall’editore Elsevier. Hanno animato il congresso anche 12 corsi di aggiornamento su varie tematiche e 50 relazioni a invito con speaker internazionali, alcuni provenienti dalle massime istituzioni internazionali di settore, come Eliseo Vano, presidente della Commissione internazionale della radioprotezione, e Jenija Vassileva della International Atomic Energy Agency.

La lettura magistrale di inaugurazione è stata di Fabio Beltram, fisico e direttore della Scuola normale superiore e del National Enterprise for nanoScience and nanoTechnology di Firenze, laboratorio che collabora con l’Istituto italiano di tecnologie e il Cnr. La lettura è stata incentrata sulla rivoluzione che le nanoparticelle, microscopiche strutture artificiali, stanno portando nella medicina, come nel caso dei nanotubi in carbonio in grado di penetrare in una cellula e rilasciarvi sostanze capaci di agire sui componenti biologici vitali, dal Dna alle proteine.

Il tema trainante del congresso è stato però il 'Testo unico sulla radioprotezione del paziente e degli operatori’, che la Commissione Europea ha imposto all’Italia di adottare entro il 2018 e al quale sono state dedicate cinque tavole rotonde interdisciplinari. In quest’ambito, i fisici medici hanno discusso sulla metodica più efficace per misurare la quantità di radiazioni che penetrano nel corpo del paziente durante un esame radiologico, per essere poi registrate nella cartella clinica secondo standard internazionali. Si è parlato anche dei campi elettromagnetici usati nelle indagini di risonanza magnetica e delle applicazioni dei laser, portando l’attenzione sulla crescente necessità di integrazione tra competenze fisiche, informatiche, ingegneristiche e cliniche.

Tra i relatori, Martin Graves, docente a Cambridge, ha spiegato le potenzialità di indagine funzionale delle tecniche più innovative di risonanza magnetica. Il congresso si è concluso con la lettura magistrale 'Dalla scoperta della radioattività, alle sue applicazioni’ di Giulio Peruzzi, docente di Storia della scienza all’Università di Padova.

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