La condizione più naturale nella quale l'essere umano comunica è il faccia a faccia, situazione che implica una condivisione emotiva e visiva dello spazio e dell'ambiente circostante. La storia però ci insegna che a un certo punto l'uomo ha modificato questa situazione attraverso l'uso di tecnologie che ‘esternalizzano' e ‘fissano' la realtà visiva in un'immagine e la parola nella scrittura, rendendo possibile anche la comunicazione a distanza. Francesco Antinucci dell'Istituto di scienze e tecnologie della cognizione del Cnr, nel suo ultimo libro, ‘Parola e immagine. Storia di due tecnologie', ripercorre la parabola millenaria dello sviluppo di queste tecnologie della mente, evolutesi in forme sempre più sofisticate a partire dalle pitture rupestri all'invenzione di internet.
Autore di saggi sul linguaggio e l'apprendimento in relazione alle tecnologie digitali, questa volta Antinucci dà vita a un interessante volume che unisce due forme letterarie: il racconto e l'approfondimento saggistico, commistione che rende la lettura avvincente e scorrevole. Sei sono i racconti e sei i protagonisti, alcuni storici altri ideali, che fissano le tappe cruciali nella storia della scrittura e dell'immagine, segnata da conflitti e ricongiungimenti delle due tecnologie. La simbiosi originale viene spezzata quando l'uomo preistorico comincia a realizzare immagini o segni, ossia "rende percepibile - a piacere e senza limiti di tempo - una realtà visiva che non è (più) presente in quel momento davanti agli occhi". L'evento ha come protagonista lo sciamano Sumoi che dipinge gli animali in una grotta paleolitica.
Con il racconto del contabile sumerico Guzani si assiste invece agli albori della scrittura. Queste tecnologie, spiega Antinucci, nascono e si sviluppano casualmente, accidentalmente, come "risposta ad aggiustamenti (...) volti a risolvere, problemi posti volta per volta". Si assiste di nuovo alla loro simbiosi con papa Gregorio Magno, fautore dell'immagine per il suo valore persuasivo ed emozionale a supporto del testo sacro; poi l'invenzione della stampa segna il dominio della scrittura. L'immagine acquisterà di nuovo rilievo grazie ad Eadweard Muybridge, inventore della fotografia veloce.
Da qui al cinema il passo è breve. Con la realtà virtuale, frutto di Ivan Sutherland, l'unità delle due tecnologie si ricompone in una forma simile alla condizione umana originaria, ma senza i limiti fisici di allora: è l'esperienza di internet, dell'ipertesto e delle realtà simulate.