L'altra ricerca

Promuovere la cultura conviene

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di Andrea Lombardinilo

Con un ricco programma scandito da dibattiti, conferenze, concerti, film, il Festival del giornalismo culturale, tenutosi a Urbino e Fano, ha confermato che investire in eventi culturali crea ricchezza

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Giunto alla sua terza edizione, il Festival del giornalismo culturale si è svolto dal 23 al 26 aprile tra Urbino e Fano. Obiettivo, studiare e definire le strategie di divulgazione della cultura al tempo delle interazioni connesse, declinate secondo lo slogan/manifesto 'Promuovere la cultura conviene’. Ogni giornata è stata dedicata a un medium specifico, con un ricco programma scandito da dibattiti, conferenze, presentazioni di libri, concerti, film, workshop gastronomici. Coinvolti giornalisti, scrittori, editori, docenti, intellettuali, rappresentanti delle istituzioni tra i quali Steve Della Casa, Piero Dorfles, Fabio Giglietto, Carlo Freccero, Anna Longo, Armando Massarenti, Lorenzo Pavolini, Christian Raimo, Massimo Russo, Vittorio Sgarbi.

“Il Festival sorge da ragioni diverse: nel tempo si è registrato uno spostamento dal concetto di cultura, alta e bassa, all’idea di una pluralità. È impossibile, oggi, pensare alla cultura e non intenderla al plurale”, ha sottolineato Lella Mazzoli che con Giorgio Zanchini dirige il Festival, promosso dal Dipartimento di scienze della comunicazione dell’Università di Urbino. A dimostrarlo sono i risultati dell’Osservatorio News-Italia sulle abitudini informative degli italiani: “Abbiamo chiesto agli utenti dove cercano, e trovano, l’informazione culturale. La dicotomia cultura alta/bassa è stata superata dalla presenza di più culture, fruibili secondo modalità informative sempre più personali”.

A Zanchini il compito di fotografare lo stato di salute del giornalismo culturale italiano, che “vive la crisi e le trasformazioni del giornalismo in generale, specie cartaceo. Nonostante tutto, esso mantiene una sua dignità sui quotidiani cartacei, è ben rappresentato in radio ed è meno penalizzato di quanto si creda in televisione, soprattutto dopo l’avvento del digitale. Rimane ancora da scoprire sulla rete, dove si svolge un dibattito intenso, nonostante le ridotte risorse economiche”. 

“Dubito che il giornalismo nazionale abbia come punto cardine la cultura”, ha detto Dorfles, “ma dobbiamo recuperare una sensibilità condivisa sui temi culturali, senza la quale non è possibile fare corretta informazione, non si costruiscono lettori consapevoli e soprattutto si raggiunge un livello di sviluppo modesto”.

Il Festival si è concluso con una tavola rotonda sulle best practice. “A Matera, nel quinquennio 2010-2014 abbiamo registrato un incremento di turisti pari al 51%, con un +12% di cittadini stranieri”, ha spiegato il capo ufficio stampa della cittadina lucana, Serafino Paternoster. “Tutto questo anche grazie alla realizzazione di nuove strutture ricettive, la sostenibilità della nostra accoglienza arriva fino a 800 mila turisti l’anno”. “A 'Pordenonelegge’ si è registrato, con un investimento di 6 milioni di euro negli ultimi anni, un moltiplicatore di 7,27”, ha ricordato Anna Longo. “A Torino l’investimento sul Salone del libro è stato di 20 milioni, che hanno fruttato 33 milioni di indotto e 350 mila visitatori”. Saldo in attivo anche quello del Rossini opera festival, con un ritorno economico di 1 a 6, mentre quello dello Sferisterio di Macerata è di 1 a 5, come ha spiegato Pietro Marcolini, Assessore alla cultura della Regione Marche, che non ha celato la soddisfazione per il successo leopardiano decretato dal film di Mario Martone 'Il giovane favoloso’ e dallo spot con Dustin Hoffman.

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