Possibile erede dello ShuttLe americano e della Soyuz russa, la capsula 'Ixv’ (Intermediate eXperimental Vehicle) è destinata a diventare il velivolo europeo di rientro dalle future missioni spaziali. Lanciato dalla base di Kourou nella Guyana Francese, l’11 febbraio scorso, il mini-shuttle è partito alle 14.40 a bordo del lanciatore italiano Vega, che lo ha portato a 320 chilometri d'altitudine. Da qui ha proseguito la sua corsa fino a quota 412 chilometri, per iniziare un graduale ritorno verso la Terra, dove è rientrato senza problemi all'incirca un'ora e mezza più tardi, dopo essere stato individuato e recuperato nell’Oceano Pacifico. Grazie ai dati scientifici raccolti durante la missione sarà possibile sviluppare la versione definitiva del mezzo, destinato a svolgere diverse attività nello spazio 'vicino’, come il recupero di detriti e il trasporto di rifornimenti per la Stazione spaziale internazionale e degli astronauti.
“È la prima volta nella storia che un velivolo europeo effettua un rientro controllato e manovrato nell’atmosfera terrestre”, ha dichiarato Roberto Battiston, presidente dell’Agenzia spaziale italiana (Asi), “Ixv rappresenta un passo fondamentale per il futuro del trasporto spaziale e una conquista per l’Italia e per l’Esa. Con questa missione si avvia lo sviluppo di futuri veicoli di rientro riutilizzabili, destinati al volo orbitale e suborbitale, che vede l’Italia al primo posto in Europa, grazie ai contributi del sistema della ricerca”.
Nel capoluogo piemontese, dal centro di controllo di Altec, è stato seguito l’andamento della missione anche dal ministro dell’Istruzione, dell’università e della ricerca Stefania Giannini, con l’omologo francese, Geneviève Fioraso. “È un onore partecipare a un evento che possiamo definire storico, perché mostra un grande passo avanti nella conquista dello spazio. La leadership di questo progetto è italiana, siamo protagonisti nelle politiche di investimento e anche per una forte componente di ricerca scientifica e tecnologica", ha dichiarato il ministro italiano.
Con un finanziamento pari al 40% dei costi, l’Asi detiene la leadership nel progetto, cui hanno partecipato anche Francia, Svizzera, Spagna, Belgio, Irlanda e Portogallo, per un costo totale di 150 milioni di euro. Il ruolo di 'prime contractor' è stato di Thales Alenia Spazio che ha avuto il compito coordinare il contributo di circa 40 tra aziende, università e istituti di ricerca sparsi in tutta Europa. Nella sede di Torino della società franco-italiana sono state anche integrate tutte le componenti del veicolo. Contributi sono stati apportati dalle aziende Alenia Aermacchi, Selex, Avio, AeroSekur, Altec, TelematicSolutions, Telespazio, Elv, Dtm e Neri. Vari test tra cui quelli di impatto con l'acqua e di apertura dei palloni galleggianti sono stati eseguiti dal Cira, con la collaborazione dell'Aeronautica militare e dell’Istituto di ricerca nel settore dell'ingegneria navale e marittima del Cnr. Analisi sull'aerodinamica e il sistema di propulsione sono state effettuate da gruppi delle Università di Roma 'Sapienza’, di Napoli e di Padova.