L'altra ricerca

Giornalismo e falsa scienza

giornalismo
di Rosanna Dassisti

Per arginare il dilagare di notizie sensazionali ma senza fondamento è stato lanciato negli Usa il 'Trust Project' di Richiard Gringras, direttore per le news e i social di Google, e da Sally Lehrman, docente di etica del giornalismo all'Università di Santa Clara. Per recuperare il rapporto di fiducia con gli utenti bisognerebbe rendere esplicita il nome dell'autore, metodo di raccolta delle fonti, livelli di controllo della notizia

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Secondo una ricerca 2014 del 'World Economic Forum’, tra i 10 pericoli maggiori del nostro tempo c’è la diffusione di false notizie, ree di sviare l’opinione pubblica sui temi politici ed economici, ma soprattutto di diffondere falsi miti in campo scientifico come quelli dell’Aids non legato all’Hiv, dei vaccini che diffondono l’autismo, delle scie chimiche degli aerei seminatrici di morte. Dallo stesso studio emerge che l’attenzione pubblica è scarsa e la disinformazione enorme. Come individuare dunque le notizie false e chi sono i lettori più esposti alle 'bufale'? Se l'è chiesto un gruppo di studiosi della Northeastern University di Boston, dell'Università di Lione e del Laboratory of Computational Social Science dell'Istituto di alti studi di Lucca in una ricerca dal titolo 'Collective Attention in the Age of (Mis)information' (L'attenzione collettiva nell'età della (dis)informazione - http://arxiv.org/abs/1403.3344).

Lo studio ha seguito durante la campagna elettorale politica italiana del 2013 oltre 2.300.000 persone su social media come Facebook e i risultati negano la tesi popolare dell''intelligenza collettiva' che animerebbe la Rete, provando invece un 'iceberg grigio di credulità collettiva'. I seguaci delle 'teorie del complotto' credono che il mondo sia controllato da persone o organizzazioni. La ricerca prova come la dinamica di Fb, mescolando in modo apparentemente neutrale vero e falso, finisca per affermare molte menzogne come verità. Suscita preoccupazione la par condicio on line tra fonti prive di autenticità e siti professionali: chi cerca informazioni finisce per prestare uguale attenzione a 'bufale' e a notizie vere.

Per arginare il dilagare di 'notizie sensazionali senza fondamenti’ è stato lanciato negli Usa il 'Trust Project’, un saggio firmato da Richiard Gringras, direttore per le news e i social di Google, e da Sally Lehrman, docente di etica del giornalismo all’Università di Santa Clara. Gli autori spiegano che, per recuperare il rapporto di fiducia tra utenti e testate giornalistiche più o meno 'tradizionali’, bisognerebbe rendere esplicito il nome dell’autore (non sempre è così), il metodo di raccolta delle fonti, i vari livelli di controllo di chi ha 'passato’  la notizia, l’identità di tutti coloro che fanno parte della catena di newsmaking.

 

Per saperne di più: - medium.com/@GingrasLehrman/online-chaos-demands-radical-action-by-journalism-to-earn-trust-ea94b06cbccb

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