L'altra ricerca

Anche gli insetti amano il caffè

caffè
di Rosanna Dassisti

La caffeina contenuta nella bevanda più consumata al mondo piace anche agli impollinatori, che ritornano più spesso sui fiori ricchi di questa sostanza. Ciò spiega la sua presenza in piante diverse come il tè, il cacao, il guaranà e la yerba mate. Lo rivela uno studio, pubblicato sulla rivista 'Science', che ha permesso di decodificare il genoma del caffè  

Pubblicato il

Condividi

pastedGraphic.png

Un team internazionale di ricercatori ha decodificato il genoma del caffè, svelando cosa rende così speciale la bevanda più amata e diffusa nel mondo. Gli studiosi provenienti da nove Paesi (Italia, Francia, Usa, Canada, Australia, Germania, Brasile, India e Indonesia) hanno sequenziato il genoma di 'Coffea canephora’ (o robusta), che costituisce circa il 30% della produzione mondiale di caffè. Lo studio è stato pubblicato sulla rivista 'Science’ e l'Italia vi partecipa con ricercatori dell'Enea e dell'Università di Trieste.

“Il genoma del caffè è piuttosto 'semplice’ ed è simile a quello, ipotetico, del progenitore comune di tutte le Asteridi, che comprendono il 25% delle piante superiori”, spiega Giovanni Giuliano, coordinatore dei ricercatori dell’Enea. “Contiene circa 27 mila geni, contro i 35 mila del pomodoro e della patata, che sono evolutivamente vicine al caffè, ma in cui il genoma si è triplicato circa 70 milioni di anni fa".

Malgrado l’assenza della triplicazione nel caffè, "alcuni geni specifici, come quelli che sintetizzano la caffeina, si sono duplicati, rimanendo sul cromosoma originario o saltando su cromosomi diversi, e poi si sono specializzati nella sintesi di questa sostanza”, spiega ancora Giuliano. “Lo studio di questi eventi di duplicazione in altre specie ha permesso di concludere che la caffeina è stata 'inventata’ più di una volta durante l’evoluzione delle piante".

Questa conclusione è in accordo con la presenza della caffeina in molte piante diverse come il tè, il cacao, il guaranà e la yerba mate. Un altro studio recente, pubblicato anch’esso su 'Science’, dimostra che gli insetti impollinatori ritornano più spesso sui fiori ricchi in caffeina per 'bere un altro sorso’ di nettare. Con il risultato ottenuto, gli scienziati potranno individuare rapidamente geni specifici sui cromosomi del caffè, migliorandone le colture, accelerando lo sviluppo di nuove varietà e aumentando la resistenza delle piante a stress ambientali, come i cambiamenti climatici e i parassiti. Con oltre due miliardi di tazzine al giorno, il caffè è l’infuso più consumato dall'uomo, rappresenta la seconda 'commodity’ per valore commerciale dopo il petrolio ed è alla base di una fiorente industria di trasformazione italiana.

 

Per saperne di più: - coffee-genome.org

Tematiche
Argomenti