Una scuola di restauro a cielo aperto
Il sisma ha trasformato l'Abruzzo in un grande 'laboratorio di restauro' che richiama studenti, esperti, ricercatori italiani e stranieri. Nel più grande cantiere d'Europa convivono, conservazione e tutela, messa in sicurezza e sostenibilità energetica, tecnologie antisismiche e competenza progettuale. Un'esperienza preziosa
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Un cratere sismico di 2.387 kmq, il 23% della regione, una città d'arte e tanti piccoli comuni e frazioni caratterizzati da uno straordinario patrimonio diffuso: circa 2.000 beni immobili di interesse culturale. È l'immagine di un territorio che il terremoto del 2009 ha trasformato nel cantiere più grande d'Europa. I modelli di messa in sicurezza e sostenibilità energetica, realizzati grazie alle più avanzate tecnologie e a un'alta competenza progettuale, convivono quotidianamente con i principi della tutela e della conservazione. A dieci anni di distanza da quell'evento sono numerosi i monumenti restituiti alla fruizione, segni della rinascita nel recupero del tessuto urbano e dei luoghi simbolo dell'identità collettiva: dalla Fontana delle 99 Cannelle alla basiliche di San Bernardino, Santa Maria di Collemaggio, Santa Maria del Suffragio, dal Palazzetto dei Nobili alla nuova sede del Museo nazionale–Munda. Anche grazie alla politica delle 'adozioni' sia italiane che estere (per il G8 2009: Francia - Santa Maria del Suffragio, Kazakistan – Oratorio di San Giuseppe dei Minimi, Russia – Palazzo Ardinghelli e San Gregorio, Germania - S. Pietro ad Onna).
“L'esperienza che si sta maturando in questo laboratorio a cielo aperto contiene diversi elementi di unicità e di interesse straordinari. Uno di questi è costituito dalle opportunità di crescita e consolidamento della disciplina e della tecnica del restauro maturate”, spiega la soprintendente Alessandra Vittorini. “Le buone pratiche maturate nel post sisma sono state portate all'attenzione attraverso incontri - quali Icomos di Parigi e Istanbul del 2016, workshop e convegni internazionali che hanno coinvolto, tra i tanti, le Università di Cambridge (Uk), Tampere (Finlandia), Madrid, Cottbus-Seftenberg (Germania), Mit Harvard e l'École de Chaillot di Parigi; sono state organizzate visite nei cantieri cui hanno aderito accademie, scuole e atenei italiani e stranieri”.
La basilica di Santa Maria del Suffragio, detta delle Anime Sante, il cui restauro è stato condiviso tra Italia e Francia e condotto dal Segretariato regionale dei beni culturali per l'Abruzzo, rappresenta l'emblema del 'laboratorio scuola'. Nel 2009, l'immagine della cupola squarciata dalle scosse fece il giro del mondo e divenne un simbolo della tragedia. Nel laboratorio allestito dinanzi alla chiesa sono stati messi a confronto “i diversi approcci disciplinari e metodologici delle scuole italiana e francese di restauro e si è operato per la formazione dei giovani”, afferma Vittorini. Il vice commissario per la Protezione civile ideò, con l'ausilio dei Vigili del fuoco, allo scopo di mettere in salvo i brandelli della copertura sofisticatissima una struttura reticolare metallica a forma di ragno, calata nel vuoto e poi aperta con i suoi otto prolungamenti per dare sostegno a ciò che era rimasto e ricostruire le parti mancanti.
“All'Aquila è stato portato avanti un esperimento originale di outreach, dove comunicazione e partecipazione in ambito sociale hanno dato supporto alle adozioni internazionali”, commenta Elena Gigliarelli, responsabile del BHiLAB (Built Heritage Innovation Lab) e dell'Unità di ricerca dell'Istituto per le tecnologie applicate ai beni culturali del Consiglio nazionale delle ricerche di Napoli. Ma i risultati di tanti sforzi dovrebbero essere messi a sistema per non ripartire da zero dopo ogni evento tellurico. “È necessaria una riorganizzazione integrata a livello nazionale di tutti i dati acquisiti sulla vulnerabilità e pericolosità del nostro patrimonio costruito. Questo è quanto si propone il progetto di ricerca 'Sismi tecnologie per il miglioramento della sicurezza e la ricostruzione dei centri storici in area sismica', finanziato dal Centro di eccellenza del Distretto tecnologico per i beni e le attività culturali del Lazio, dove il Cnr partecipa con alcune unità di ricerca”, conclude Gigliarelli. “Con 'integrazione di tecniche tradizionali e sistemi Bim (Building Information Modeling) per la valutazione della resilienza sismica, il BHiLAB svilupperà una piattaforma digitale che consentirà una documentazione delle tecniche tradizionali di costruzione e di consolidamento. Heritage Bim sarà un potente strumento a servizio di progettisti, imprese, soprintendenze e autorità locali per migliorare il processo di progettazione degli interventi e la gestione dei cantieri pre e post sisma”.
Ricostruire sul territorio senza cancellarne la storia richiede un'approfondita conoscenza dei giacimenti archeologici presenti nelle aree colpite dal sisma, come ricorda Patrizia Tartara dell'Ufficio sviluppo e applicazioni dei sistemi informativi territoriali del Cnr, che in un articolo di un numero dell'Almanacco ha illustrato l'attività svolta nell'area aquilana attraverso il Sistema informativo territoriale (Sit), messo a punto dal Cnr e dall'Università di Lecce.
Fonte: Alessandra Vittorini , Soprintendenza archeologia, belle arti e paesaggio per la città' dell'Aquila e i Comuni del Cratere, email alessandra.vittorini@beniculturali.it
Fonte: Elena Gigliarelli , Responsabile del BHiLAB e dell’Unità di Ricerca a Napoli, tel. 06/90672366, email elena.gigliarelli@itabc.cnr.it