Frane sotto controllo con Morfeo
Con il contributo scientifico del Cnr, il finanziamento dell'Asi e la partecipazione di industrie, il progetto 'Monitoraggio del rischio da frana con tecnologie Eo' (Osservazione della Terra) ha sviluppato prodotti utili in tutte le fasi di una crisi di protezione civile: dalla previsione all'emergenza e post-emergenza, fino alla ricostruzione
lndividuazione e mappatura delle frane, valutazione della loro pericolosità e rischio, monitoraggio, previsione temporale e valutazione del danno: sono questi i settori sui quali si è sviluppato il progetto Morfeo, Monitoraggio del rischio da frana con tecnologie Eo. Realizzato con il contributo scientifico del Cnr e finanziato dall'Agenzia spaziale italiana (Asi) con oltre cinque milioni di euro in tre anni, Morfeo ha sviluppato un sistema di supporto alle decisioni di protezione civile nel rischio di frana, che utilizza dati e tecnologie di osservazione della Terra (Eo), integrandole con dati e informazioni al suolo e del sottosuolo.
"Nel complesso, Morfeo ha permesso la realizzazione di prodotti innovativi utili a tutte le fasi di una tipica emergenza di protezione civile: dalla previsione all'emergenza e post-emergenza, fino alla fase della ricostruzione", spiega Fausto Guzzetti, direttore dell'Istituto di ricerca per la protezione idrogeologia (Irpi) del Cnr e coordinatore scientifico del progetto. Gli utenti principali sono, infatti, il sistema nazionale di protezione civile, la rete dei centri funzionali e di competenza del Dipartimento della protezione civile (Dpc) e l'Asi, centro di competenza del Dpc per le tecnologie e i dati di osservazione della Terra.
Il progetto, caratterizzato da una consistente attività di ricerca e sviluppo tecnologico, ha avuto un contributo scientifico rilevante dal Cnr sia con la partecipazione di cinque suoi istituti, sia con il coordinamento delle attività di ricerca, che ha coinvolto sei dipartimenti universitari (Bologna, Milano Bicocca, Napoli, Trento e Politenico di Bari e Milano), con oltre 40 ricercatori e tecnici.
In particolare, l'Istituto di ricerca per la protezione idrogeologica (Irpi), centro di competenza del Dpc per il rischio da frana, ha portato in Morfeo le proprie competenze per l'identificazione e la mappatura delle frane, per la loro previsione attraverso l'utilizzo e l'applicazione di modelli, per definirne la pericolosità e il rischio e per il monitoraggio dei dissesti. L'Istituto per il rilevamento elettromagnetico dell'ambiente (Irea) ha contribuito allo sviluppo e all'applicazione di tecniche DInSAR per la ricostruzione di deformazioni della superficie topografica connesse alla presenza di fenomeni franosi. L'Istituto di fisica applicata 'Nello Carrara' (Ifac) e l'Istituto di studi sui sistemi intelligenti per l'automazione (Issia), assieme a Irea e Irpi, hanno contribuito allo sviluppo e all'applicazione di tecniche innovative d'elaborazione d'immagini satellitari, prevalentemente ottiche, per il riconoscimento e la mappatura delle frane e a supporto della modellazione della pericolosità e della valutazione del rischio. Infine, l'Istituto di metodologie per l'analisi ambientale (Imaa) ha contribuito allo sviluppo di metodi e tecnologie per l'integrazione di dati e osservazioni satellitari con dati del sottosuolo raccolti con metodologie geofisiche per la comprensione dei fenomeni di dissesto, nonché all'utilizzo di tecnologie Web-Gis per la realizzazione e la disseminazione di informazioni geografiche e territoriali.
Il progetto industriale è stato guidato dalla Carlo Gavazzi Space S.p.A. con la partecipazione di tre piccole e medie imprese leader in Italia nel settore dell'utilizzo di dati e tecnologie di remote sensing.
"Morfeo è stato un successo sotto diversi aspetti", afferma Guzzetti. "Dal punto di vista scientifico, il progetto ha permesso, ad esempio, di comprendere meglio le relazioni fra la deformazione topografica co-sismica prodotta da un terremoto e la distribuzione geografica delle frane innescate dal sisma, come pure di sperimentare l'utilizzo d'immagini satellitari ottiche ad alta e altissima risoluzione per la mappatura semi-automatica di frane prodotte da piogge intense o prolungate. Dal punto di vista industriale, il progetto ha portato all'ingegnerizzazione di catene di elaborazione d'immagini satellitari riprese da sensori SAR - in particolare quelli della costellazione Cosmo-SkyMed (http://www.asi.it/it/attivita/osservazione_terra/cosmoskymed) - per la produzione di mappe di deformazione del suolo con tecniche di interferometria differenziale (DInSAR), nonché allo sviluppo di software specifici per la visualizzazione e l'analisi di dati DInSAR in ambienti Gis".
Infine, dal punto di vista funzionale, oltre ad aver effettuato alcuni test in Lombardia, Trentino, Umbria e Basilicata, Morfeo ha operato efficacemente durante le emergenze di protezione civile connesse al terremoto che ha colpito l'Abruzzo nell'aprile del 2009, e a seguito dell'evento alluvionale che ha interessato la Sicilia nord-orientale nell'ottobre 2009.