Vita Cnr

Una carota spiega l'altalena bipolare in Antartide

Carota di ghiaccio
di Silvia Mattoni

Un'evoluzione climatica coerente con il meccanismo dell'altalena bipolare, anche durante l'ultima deglaciazione. È quanto emerge dalla lettura delle carote di ghiaccio risalenti a 250 mila anni fa, estratte in Antartide presso il sito denominato Talos Dome. Allo studio ha partecipato anche il Cnr

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Le sequenze paleoclimatiche ottenute dalle carote di ghiaccio dell'Antartide e della Groenlandia mostrano che le variazioni di temperatura a scala millenaria tra i due emisferi sono state, nel corso dell'ultimo periodo glaciale, asincrone. I risultati, ottenuti da una nuova perforazione profonda, mostrano infatti un'evoluzione climatica coerente con il meccanismo dell'altalena bipolare, anche durante l'ultima deglaciazione. È quanto emerge dalla lettura delle carote di ghiaccio risalenti a 250 mila anni, estratte in Antartide presso il sito denominato Talos Dome, nell'area orientale del continente, dai ricercatori del progetto Taldice (Talos Dome Ice Core project) che ha visto la partecipazione dell'Istituto per la dinamica dei processi ambientali (Idpa) del Cnr, di Enea, Ingv e delle università di Trieste, Milano-Bicocca, Firenze, Parma, Bologna, Venezia. 

Lo studio 'Expression of the bipolar see-saw in Antarctic climate records during the last deglaciation', pubblicato sulla rivista scientifica internazionale 'Nature Geoscience', riassume il lavoro di ricercatori appartenenti a cinque paesi europei (Italia, Francia, Germania, Gran Bretagna e Svizzera). Le ricerche italiane si sono svolte nell'ambito del Programma nazionale di ricerca in Antartide (Pnra), finanziato dal ministero dell'Istruzione, università e ricerca (Miur), che ha fornito il supporto logistico a Taldice.

I nuovi dati confermano ancora una volta la natura pan-antartica di questo meccanismo di accoppiamento dinamico dei due emisferi, anche se mettono in evidenza alcune differenze nelle variazioni climatiche intervenute nel settore Indo-Pacifico e nel settore Atlantico della calotta Est Antartica tra 16.000 e 14.500 anni fa, ovvero nel periodo caratterizzato da una decelerazione nell'aumento di anidride carbonica in atmosfera e da un lieve raffreddamento in Groenlandia.

"Le carote di ghiaccio polari sono importanti per osservare e comprendere le variazioni climatiche passate e in atto nei due emisferi e analizzare al contempo le relazioni reciproche, decifrandone i meccanismi che le determinano", spiega Carlo Barbante professore universitario associato all'Istituto per la dinamica dei processi ambientali (Idpa-Cnr) di Venezia. "Esse permettono inoltre di studiare le interconnessioni tra variazioni climatiche globali e ciclo del carbonio, fondamentali per una corretta modellizzazione del sistema climatico terrestre".

Campo di perforazione

Campo di perforazione

I ricercatori hanno potuto sincronizzare, con elevata precisione, la nuova serie climatica ottenuta dalla carota Taldice con altre carote di ghiaccio dell'Antartide e della Groenlandia, tramite l'analisi delle variazioni atmosferiche del gas "serra" metano, che risulta uniformemente distribuito sul pianeta ed è preservato nelle bolle d'aria intrappolate nel ghiaccio. Sulla base della nuova cronologia così ottenuta per Taldice e della sincronizzazione globale delle sequenze polari, è stato possibile quindi confrontare direttamente le variazioni passate di temperatura non solo tra diversi siti antartici, ma anche tra Antartide e Groenlandia.

"I risultati", continua Barbante "hanno evidenziato che il meccanismo di trasferimento di calore inter-emisferico, denominato altalena bipolare, legato alle rapide e importanti riorganizzazioni della circolazione termo-alina nell'oceano Atlantico, è stato attivo nel corso dell'ultimo periodo glaciale, della deglaciazione (periodo di tempo che intercorre fra l'ultimo massimo glaciale, circa 19.000 anni fa, e l'attuale interglaciale, denominato Olocene) e probabilmente anche prima, pur con alcune differenze tra il settore Indo-Pacifico e il settore Atlantico della calotta Antartica".

 

Fonte: Carlo Barbante, carlo.barbante@cnr.it