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Curiosità da 'conigli'

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di Sandra Fiore

Gli ascoltatori del 'Ruggito', la trasmissione di Radio 2, desiderano sapere se esistono davvero i quadrifogli, cosa comporta essere metereopatici e se si può sfruttare l'energia delle folgori. Hanno risposto Domenico Pignone, Marco Morabito e Stefano Dietrich

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Rispondiamo ad altri tre quesiti posti all'Almanacco della Scienza dagli ascoltatori del 'Ruggito del coniglio', la trasmissione di Radio 2 che va in onda dal lunedì al venerdì dalle ore 8.00.

Laura Cardinali di Caprarola (Vt) vuol sapere se esistono davvero i quadrifogli 'portafortuna'. "Per quadrifoglio si intende una pianta di trifoglio che ha una foglia a quattro lobi anziché tre. In genere, si tratta di un'anomalia di una delle numerose specie comunemente presenti nei nostri territori", spiega Domenico Pignone dell'Istituto di genetica vegetale del Cnr di Bari. "In questo senso, il quadrifoglio è veramente raro. Ed è da qui che nasce la credenza che chi ne trova uno sia una persona fortunata. Esistono comunque altre piante, ad esempio la 'Oxalis tetraphylla', che hanno una foglia simile a quella del trifoglio, ma con quattro lobi. Questa pianta, non troppo rara, si distingue dal trifoglio per le foglie a forma di cuore e, soprattutto, per il fiore molto diverso".

 

Marco Morabito, collaboratore dell'Istituto di biometeorologia (Ibimet) del Cnr di Firenze, risponde invece a Elena Gamboni, meteoropatica, che desidera conoscere la causa di questo disturbo. "Tutti risentiamo inevitabilmente delle variazioni ambientali, a seconda del livello di sensibilità del nostro corpo", spiega il ricercatore dell'Ibimet-Cnr. "La meteoropatia può interessare con sintomi molto vari sia soggetti sani sia persone già interessate da disturbi preesistenti. Ad esempio, il caldo eccessivo può provocare crampi e spossatezza, oppure veri e propri colpi di calore (anche senza l'esposizione alla radiazione solare diretta e addirittura in ambienti interni)". Il freddo "può determinare un aggravamento di malattie cardiovascolari, agendo su fattori di rischio come la pressione arteriosa, oppure favorire la riacutizzazione di malattie respiratorie, reumatiche e psichiatriche" prosegue Morabito. "Molti problemi umorali rilevati in Nord Europa sono disturbi legati alla sensibile diminuzione della radiazione solare durante la stagione invernale. Anche alcuni venti possono influenzare lo stato di salute e, secondo alcuni lavori scientifici, quelli caldi e molto secchi, determinando alterazioni delle proprietà elettriche dell'atmosfera, possono favorire episodi di emicrania, un aumento dell'eccitabilità, dell'irritabilità e dell'insonnia. Tuttavia, sono necessari ancora ulteriori ricerche per confermare tali relazioni".

Infine, un'idea: come risorsa energetica alternativa, perché non sfruttare i fulmini? Una curiosità di Paoletta Graziani da Roma, soddisfatta da Stefano Dietrich dell'Istituto di scienze dell'atmosfera e del clima (Isac) del Cnr di Roma. "Il quantitativo di energia contenuto nel singolo fulmine è enorme solo se rapportato al tempo in cui viene messo in gioco. Il fenomeno ha una durata brevissima, quindi, se preso in considerazione come sorgente di energia alternativa, equivarrebbe in potenza al consumo di una lampadina tenuta accesa per qualche mese. D'altra parte, i problemi tecnologici relativi al suo utilizzo sono tutt'altro che banali: la maggior parte di tale potenza infatti è dissipata in forma di tuono e luce, energie difficilmente convertibili, mentre l'improvviso sbalzo di corrente ne rende impraticabile l'immagazzinamento. Inoltre, l'aleatorietà spaziale e temporale dell'occorrenza di fulmini rende impossibile pianificare la distribuzione della potenza da essi così faticosamente ottenuta".