L'altra ricerca

Supernova: esplosione annunciata

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di Rosanna Dassisti

Ricercatori italiani del dottorato internazionale di Astrofisica relativistica dell'Icra dell'Università 'Sapienza' di Roma hanno previsto con largo anticipo l'esplosione di una stella Supernova. Il ministro Maria Chiara Carrozza ha parlato di un risultato  che "non solo premia il talento dei ricercatori italiani ma anche indica al nostro Paese la giusta via da seguire: investire sulla ricerca"

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Per la prima volta nella storia dell'astrofisica, un gruppo di giovani studenti e ricercatori del dottorato internazionale di Astrofisica relativistica dell'International Centre for Relativistic Astrophysics (Icra) dell'Università 'Sapienza' di Roma, coordinati da Remo Ruffini, è riuscito a prevedere con 15 giorni di anticipo l'esplosione di una Supernova. A dare la notizia, il ministero dell'Istruzione, dell'università e della ricerca (Miur), sottolineando il risultato unico e mai registrato prima.

L'esplosione di una Supernova rappresenta l'ultimo atto, distruttivo e spettacolare, del ciclo evolutivo di stelle molto massive. Durante l'evento viene liberata un'energia enorme e la stella diventa così luminosa da splendere più di un'intera galassia. La luce emessa dura qualche mese ed è paragonabile a quella che il nostro Sole è in grado di diffondere in un miliardo di anni.

"La stella che ha originato la Supernova faceva parte di un sistema binario, la cui 'compagna' era una stella di neutroni", spiegano i ricercatori. "L`innesco dell'esplosione della Supernova ha generato trasferimento di massa stellare sulla stella compagna, che è collassata trasformandosi in un 'buco nero', emettendo raggi gamma (Gamma Ray Burst-Grb)". Tale fenomeno è stato osservato dai telescopi satellitari intorno alla Terra.

Il team di Ruffini è stata capace di comprendere la relazione tra il lampo dei raggi gamma (Grb) e l`innesco dell'esplosione della Supernova (Induced Gravitational Collapse-Igc). Sulla base dell'intuizione, tenendo conto che l'evoluzione della Supernova per arrivare al suo massimo splendore avrebbe richiesto circa 15 giorni, gli scienziati italiani hanno allertato tutti gli osservatori. Il fenomeno, confermato dal telescopio Canarias, è in realtà avvenuto 10 miliardi di anni fa nelle fasi primordiali dell'universo, ma è stato visibile solo ora, nella direzione della costellazione del Leone, perché la luce dell'esplosione ha impiegato 10 miliardi di anni per raggiungere la terra. Tale fenomeno è dunque avvenuto ben cinque miliardi di anni prima della nascita del nostro sistema solare.

Il neo ministro del Miur, Maria Chiara Carrozza, informata della scoperta, ha espresso: "Grande soddisfazione per questo risultato, inedito nella storia dell'astrofisica, e che non solo premia il talento dei ricercatori italiani ma anche indica al nostro Paese la giusta via da seguire: investire sulla ricerca. Una via che quando viene seguita, come ha fatto il Miur sostenendo finanziariamente il progetto Icra, si rivela non solo portatrice di grande prestigio per il nostro Paese nel mondo, ma anche una diretta e concreta possibilità per il sistema Italia di ricadute anche economiche in una situazione ancora assai difficile".

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