La ritirata del ghiaccio
L'analisi dei rilievi geomorfici del Caucaso meridionale effettuata nell'ambito del progetto fotografico-scientifico 'Sulle tracce dei ghiacciai', patrocinato dal Comitato EvK2Cnr, ha mostrato significativi arretramenti. I risultati presentati all'Alpine glaciology meeting
Le contrazioni nella superficie e nella lunghezza dei ghiacciai, avvenute soprattutto negli ultimi 50 anni, sono riscontrabili solo attraverso l'analisi dei dati scientifici e delle fotografie di confronto. La seconda spedizione 'Sulle tracce dei ghiacciai', svoltasi nell'estate 2011 nella catena montuosa del Caucaso, nella regione della Svanezia (Georgia), e durata oltre sei mesi, è patrocinata dal Comitato EvK2Cnr, che la segue dal suo avvio.
Il progetto riunisce studiosi, fotografi e alpinisti impegnati a ripercorrere le catene montuose più significative del pianeta, con l'obiettivo di valutare gli effetti dei cambiamenti climatici coniugando la comparazione fotografica e la ricerca scientifica sul campo. Le immagini scattate nell'ultima spedizione trovano conferma nei rilievi geomorfologici presentati nel corso dell''Alpine Glaciology Meeting' svoltosi a Zurigo lo scorso febbraio, uno dei più prestigiosi meeting di glaciologia in ambito europeo.
I dati delineano uno scenario preoccupante: il ghiacciaio Tviberi, il più grande del Caucaso fino al 1965, ha mostrato la contrazione di superficie più forte, pari a -16,4 km² (il 34,9% della superficie originaria) e il ritiro lineare più marcato (-3,98 km); il ghiacciaio Chaalati -che ancora oggi spinge la sua fronte alla quota più bassa nel Caucaso meridionale, a 1.861 metri di altitudine - ha mostrato una contrazione di 4,4 km² (-27,1%) e un ritiro frontale di 2,16 km. E ancora, il ghiacciaio Adishi, il più piccolo dei tre, caratterizzato dalla quota media più elevata, ha mostrato una contrazione di 1,5 km² (-13%) e un ritiro lineare di 1,15 km.
Lo studio ha mostrato inoltre un'evidente accelerazione della riduzione della superficie glaciale nell'ultimo intervallo temporale considerato (1965-2011) rispetto al passato: il Ghiacciaio Tviberi ha perso una superficie 3,2 volte maggiore rispetto al precedente intervallo e quasi 50 volte più velocemente rispetto al XIX secolo. Lo stesso comportamento è riscontrabile negli altri due ghiacciai studiati.
"L'analisi dei confronti fotografici ad alta risoluzione effettuati durante la spedizione ha permesso di constatare come i tre ghiacciai studiati siano rappresentativi dell'andamento di tutti gli altri della zona, come si riscontra nelle oltre 20 fotografie realizzate dalla medesima prospettiva e nello stesso periodo dell'anno di quelle dei primi fotografi esploratori, Vittorio Sella e Mor von Dechy, oltre 120 anni fa", ha spiegato Fabiano Ventura, fotografo, ideatore del progetto e presidente dell'associazione no profit di tutela ambientale 'Macromicro' che coordina l'iniziativa.
Fonte: Francesca Steffanoni , Progetto Everest-K2-Cnr