L'altra ricerca

Tumore al polmone, killer delle donne

cellule
di Rosanna Dassisti

Nei prossimi due anni questa patologia è destinata a superare i tassi di mortalità femminile in Europa provocati dal cancro al seno. A lanciare l'allarme uno studio italo-svizzero pubblicato su 'Annals of Oncology'

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I tassi di mortalità per cancro ai polmoni continuano a salire nelle donne in tutti i paesi, mentre diminuiscono quelli per tumore alla mammella. È quanto emerge da uno studio condotto dai ricercatori dell'Istituto di ricerche farmacologiche Mario Negri e delle Università di Milano e di Losanna, pubblicato sulla rivista 'Annals of Oncology'.

"Se queste tendenze dovessero continuare, nel 2015 il cancro al polmone diventerà la prima causa di mortalità per tumore in Europa", spiega Matteo Malvezzi dell'Istituto Mario Negri, primo autore dello studio. "Una situazione che si è già verificata nel Regno Unito e in Polonia".

Primo responsabile, il fumo. "L'aumento di mortalità per le donne nel Regno Unito riflette la maggiore prevalenza di giovani donne fumatrici alla fine degli anni Sessanta e Settanta, forse a causa dei cambiamenti negli atteggiamenti socio-culturali in quel periodo", continua Malvezzi. "Tuttavia, oggi in Gran Bretagna e nel resto d'Europa fumano meno giovani donne e, di conseguenza, le morti per cancro ai polmoni potrebbero iniziare a stabilizzarsi dopo il 2020, con una mortalità di circa 15 per 100.000 donne". In Italia, invece, le donne hanno cominciato a fumare più tardi e fumano meno che in altri paesi europei, di conseguenza la mortalità per tumore al polmone resterà inferiore a quella per tumore al seno, almeno per tutto questo decennio.

Gli scienziati, inoltre, hanno messo a confronto i dati registrati nel 1990 e i numeri stimati per il 2013. Analizzando l'andamento del cancro al polmone negli uomini e nelle donne, emerge un leggero calo nella mortalità per l'universo maschile, dalle 25.168 vittime del 1990 alle 24.736 previste nel 2013, contrariamente a quanto succede in ambito femminile dove si stima che il numero di decessi arrivi a 8.803 nel 2013, contro i 4.431 del 1990.

"Il messaggio chiave per i governi dell'Unione europea è la lotta contro il fumo, in particolare tra le persone di mezza età, cioè le generazioni di europei maggiormente esposti", aggiunge Carlo La Vecchia, capo del dipartimento di Epidemiologia e docente all'Università Statale di Milano, autore e responsabile dello studio. "Se si riuscisse ad aiutare e incoraggiare più persone a smettere di fumare o a dissuaderle dal cominciare, in Europa si potrebbero evitare centinaia di migliaia di morti per cancro ogni anno. Altre misure di prevenzione: il controllo dell'abuso di alcolici e del sovrappeso, l'ottimizzazione della diagnosi e del trattamento del cancro. La maggior parte di queste misure sono attuabili in tutti i paesi dell'Ue".

 

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