Saggi

L'Italia si è fatta spazio

caprara
di Rosanna Dassisti

In un volume ricco di informazioni, nomi e fatti, il giornalista scientifico Giovanni Caprara racconta le conquiste spaziali del nostro Paese

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Dai fuochi d'artificio alla stazione spaziale: una storia secolare di successi, delusioni, conquiste, incidenti e, soprattutto, di uomini (poche le donne) che hanno sempre guardato avanti, contribuendo a far grande l'Italia nello spazio. A raccontare un Paese coraggioso che amava le sfide e che, superando difficoltà economiche e politiche, ha raggiunto risultati eccellenti, mostrando capacità riconosciute e rispettate a livello internazionale, è 'Storia italiana dello spazio' di Giovanni Caprara, responsabile della redazione scientifica del 'Corriere della sera'. Dettagliato come una vera e propria enciclopedia storica, il libro sottende un grande lavoro di ricerca: è ricco di informazioni, nomi, fatti conosciuti e inediti.

La conquista dello spazio ha origini italiane. Inizia nella laguna veneta alla fine del XIV Secolo. Nel 1379, infatti, una torre di Chioggia fu messa a ferro e fuoco per mezzo di un 'nuovo congegno', nato in Cina il razzo. Solo nell'Ottocento si comincia a parlare di razzi come strumenti bellici mentre agli inizi del Novecento, ad alimentare l'interesse per i razzi e il volo spaziale contribuiscono la fantascienza e l'astronomia.

Da una parte, Jules Verne con 'Un viaggio dalla terra alla luna', dall'altra, l'astronomo e divulgatore, Camille Flammarion. In Italia, Giovanni Virginio Schiapparelli dall'Osservatorio di Brera scopriva i canali di Marte. Da questi pionieri parte un pullulare di visionari e studiosi dilettanti, fino ad approdare agli iniziatori delle moderne attività spaziali. Numerosi, di nuovo, gli italiani: Giulio Costanzi; Luigi Gussalli; Alberto Fenoglio; Gaetano Arturo Crocco e il figlio Luigi ideatori; Giorgio Cicogna e altri ancora.

Dopo la Seconda guerra mondiale, nonostante la sconfitta bellica e nel contesto della guerra fredda, l'Italia si impegnò ancora per trovare il suo 'spazio'. Ad aprire la strada fu Luigi Broglio, con l'appoggio di personaggi come Edoardo Amaldi, Amintore Fanfani, Enrico Mattei, Giorgio La Pira. Il 15 dicembre 1964, nella base americana di Wallop Islands un team di ingegneri italiani, guidati da Luigi Broglio, realizzò un razzo vettore Scout della Nasa, per lanciare il satellite San Marco 1: l'Italia divenne il terzo paese a portare in orbita un oggetto, precedendo di poco la Francia.

La collaborazione Italia-Usa in campo spaziale divenne molto stretta, portò alla realizzazione di un poligono di lancio italiano in mare nei pressi dell'Equatore e il 26 Aprile 1967 dal centro spaziale italiano 'San Marco' di Malindi si levò in volo il 'San Marco 2'. La base in Kenya, vide otto lanci (alcuni commissionati dalla Nasa), l'ultimo dei quali il 25 marzo 1988.

In decenni di storia sono stati realizzati altri progetti come il satellite per le telecomunicazioni 'Sirio'.

Il libro si conclude mettendo a confronto il ridimensionamento delle attività spaziali negli Stati Uniti e la Russia, che propone un ritorno sulla Luna. L'Agenzia spaziale europea, ha lanciato dalla base di Kourou il 23 marzo 2012 verso la Stazione spaziale, un Automated Transfer Vehicle (Atv) un veicolo di rifornimento automatico. Si chiama Edoardo Amaldi, dal nome del fisico che fu tra i fondatori del Cern di Ginevra.

Rosanna Dassisti

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titolo: Storia italiana dello spazio
categoria: Saggi
autore/i: Caprara Giovanni
editore: Bompiani
pagine: 487
prezzo: € 19.00

  

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