L'altra ricerca

Neuroscienze, queste sconosciute

cervello
di Rosanna Dassisti

Studiare la mente, di cui conosciamo solo il 20%, è un compito impegnativo ma necessario. Se ne è parlato a Venezia, alla VII conferenza mondiale 'The Future of Science', dove l'Osservatorio Scienza Tecnologia e Società ha presentato i dati su quanto e come gli italiani conoscano le neuroscienze

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Studiare la mente, di cui conosciamo solo il 20 per cento, è un compito gigantesco, ma  necessario. Bisogna "colmare il ritardo e investire più risorse finanziarie e umane nella ricerca sul cervello, perché non solo aiuterà a risolvere grandi enigmi della scienza e della medicina, ma anche a creare basi più solide per combattere il disagio mentale e a gestire meglio molti problemi concreti della società, come ad esempio il controllo della criminalità e della giustizia". A dirlo Umberto Veronesi, presidente della Fondazione omonima, aprendo la VII conferenza mondiale 'The Future of Science', a Venezia, dove l'Osservatorio Scienza Tecnologia e Società, ha presentato, in anteprima, i dati su quanto e come gli italiani conoscano le neuroscienze.

Il 71,6% della popolazione ha grandi aspettative soprattutto a livello terapeutico, ritenendo che le neuroscienze possano contribuire a individuare una cura per malattie come l'Alzheimer o il Parkinson. Sei su dieci confidano che con queste ricerche si possa comprendere lo sviluppo del linguaggio umano. Solo due su dieci ritengono che esse possano trattare in modo rilevante dipendenze comportamentali come alcolismo e tossicodipendenza. Ancora inferiore (appena uno su dieci) la quota di intervistati secondo cui le neuroscienze dovrebbero occuparsi di fenomeni come tristezza e infelicità, innamoramento, affettività e coscienza. Solo il 4,6% reputa le neuroscienze capaci di studiare in modo significativo la spiritualità.
"Su temi come questi, viene ridimensionato notevolmente il ruolo delle neuroscienze rispetto a quello di altri ambiti", spiega Massimiano Bucchi, professore di Scienza tecnologia e società all'Università di Trento e fra i relatori del convegno. "Gran parte degli intervistati, soprattutto di sesso femminile, considera la psicologia la disciplina più adatta a indagare quasi tutte le suddette questioni. Fa eccezione la spiritualità, riconosciuta come ambito caratteristico della religione. Alla filosofia è anche riconosciuto un ruolo più rilevante delle neuroscienze per quanto riguarda i temi dell'affettività, dell'innamoramento e della coscienza".

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