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Difficile resistere al fascino delle 'bionde'

fumo
di R. D.

Dopo alcuni anni di calo, dovuti anche all'effetto benefico della legge Sirchia, sta tornando a crescere il numero degli italiani che fuma. Sono circa 12 milioni, mezzo milione in più rispetto al 2010. Lo rivela un'indagine Doxa commissionata dall'Istituto superiore di sanità, in collaborazione con la Lega italiana lotta tumori e l'Istituto Mario Negri, in occasione della Giornata mondiale senza tabacco del 31 maggio

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Inversione di tendenza nel mondo dei fumatori. Dopo alcuni anni di calo, dovuti anche all'effetto benefico della legge Sirchia, sta tornando a crescere il numero degli italiani che non resiste al tabacco. Sono circa 12 milioni, mezzo milione in più rispetto al 2010, oltre 6.5 milioni uomini e 5.5 milioni donne. Lo rivela un'indagine condotta dalla Doxa per conto dell'Istituto superiore di sanità (Iss), in collaborazione con la Lega italiana lotta tumori (Lilt) e l'Istituto Mario Negri, in occasione della Giornata mondiale senza tabacco del 31 maggio.

Secondo i dati, la fascia d'età in cui si registra il maggior numero è quella tra i 25 e i 44 anni (28,3%), contro il 18,8% dei 15-24 enni e il 26% di chi va dai 45 ai 64 anni. Il 15,7% dei giovani inizia a fumare anche prima dei 15 anni e il 61% inizia per l'influenza degli amici e dei compagni di scuola.

"Nel nostro Paese sono attribuibili al fumo di tabacco 80 mila decessi l'anno, pari al 14,2% di tutte le morti", sottolinea Silvio Garattini, del Mario Negri di Milano, ricordando che nella fascia di popolazione dai 40 ai 60 anni, vi è un alto numero di fumatori di lungo corso "che sono ad alto rischio di essere colpiti dalle malattie fumo correlate".

Garattini ribadisce la necessità di adottare misure di intervento, quali l'aumento del prezzo delle sigarette, come negli Stati Uniti e in Inghilterra dove un pacchetto costa dagli 8 ai 10 euro, (anche se dall'indagine emerge che il 50,5% continuerebbe a fumare allo stesso modo anche in caso di aumento). Un altro provvedimento potrebbe essere l'estensione del divieto di fumare nei parchi e giardini pubblici (che vede favorevole il 29,2% degli intervistati); negli stadi (il 32,7%), nelle aree aperte degli ospedali (il 42,7% ) e nei cortili delle scuole (il 46,4%).

Secondo Piergiorgio Zuccaro, direttore dell'Osservatorio fumo, alcol e droga dell'Iss, "maggiore deve essere l'impegno dei medici, sia di quelli di medicina generale sia dei cardiologi e degli pneumologi, ad attuare interventi di provata efficacia. Inoltre, deve essere facilitato l'accesso ai 396 Centri antifumo situati su tutto il territorio nazionale, eliminando i ticket e distribuendo gratuitamente i farmaci".

Per Franca Fossati Bellani, presidente Lilt Milano, importanti sono le "politiche di prevenzione primaria e costanti interventi di educazione alla salute, partendo dalla scuola".

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