Focus: Acqua

Un biosensore al servizio dell'ambiente. E dell'industria

acqua
di Rita Lena

Alvim è in grado di stimare in tempo reale l'entità del rivestimento batterico all'interno di tubature o su componenti industriali, permettendo di eseguire i trattamenti chimici di pulizia e  solo quando è necessario E in futuro potrebbe individuare gli scarichi illeciti

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Qualsiasi oggetto immerso in acqua, dopo poche ore, viene ricoperto da uno strato di batteri, il biofilm, che quando si forma su superfici di impianti industriali provoca problemi tecnologici come corrosione, contaminazione biologica, aumento dell'attrito e diminuzione dell'efficienza di scambio termico. Per evitare ciò, vengono utilizzate di solito grandi quantità di sostanze chimiche tossiche (biocidi) che creano un forte impatto sull'ambiente nel quale vengono scaricate, generalmente il mare.

Il biosensore Alvim, sviluppato da un gruppo di ricercatori dell'Istituto di scienze marine (Ismar) del Cnr di Genova, può essere una valida  soluzione per ridurre l'inquinamento causato da questi trattamenti chimici: è infatti, in grado di fornire in tempo reale una stima del rivestimento batterico nelle tubature, permettendo di ottimizzare i trattamenti di pulizia, eseguendoli solo quando ce n'è bisogno, e di ottenere un abbattimento dei costi, riducendo considerevolmente l'uso di prodotti quali il cloro.

"Il progetto Alvim", spiega Francesca Garaventa dell'Ismar-Cnr, che insieme a Marco Faimali, Giovanni  Pavanello e altri colleghi ha realizzato il sensore, "ha permesso di trasformare in applicazioni tecnologiche innovative i risultati di oltre 30 anni di ricerca scientifica dell'Istituto nel settore del biofilm e della corrosione indotta da microrganismi".

"Alla base del funzionamento del biosensore", prosegue Marco Faimali,  "vi è  la capacità del biofilm naturale di generare un segnale (attività bioelettrochimica), direttamente correlato alla sua crescita. Ciò consente di monitorare in tempo reale lo sviluppo e di modulare i trattamenti chimici per la sua eliminazione, evitando sprechi e inutili immissioni di sostanze tossiche in mare".

La possibilità di ottenere un segnale bioelettrochimico, come indice di crescita di una comunità batterica naturale, ha spinto i ricercatori ad ampliare il campo applicativo di Alvim al monitoraggio qualità dell'acqua. Il secondo obiettivo del progetto è, infatti, realizzare biosensori che forniscano un allarme tempestivo (Biological early warning system) qualora siano presenti nell'acqua sostanze inquinanti. "Questa serie di biosensori", conclude Garaventa, "una volta validati, potrebbero essere utili agli enti che gestiscono il territorio per individuare scarichi illeciti difficilmente controllabili".

Il progetto, finanziato nell'ambito dei progetti Fesr-Por Liguria, nasce dalla collaborazione tra ricerca pubblica e due Pmi liguri.

Rita Lena

Fonte: Marco Faimali, Istituto di scienze marine, Genova , email marco.faimali@ismar.cnr.it - Francesca Garaventa, Istituto di scienze marine, Genova, tel. 010/6475426 , email francesca.garaventa@ismar.cnr.it -

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