L'altra ricerca

Prima retina artificiale tutta made in Italy

retina
di Rosanna Dassisti

È compatibile con i tessuti circostanti grazie a inserimenti di materiale organico. L'hanno realizzata i ricercatori del dipartimento di Fisica del Politecnico di Milano e del  dipartimento di Neuroscienze e neurotecnologie dell'Istituto italiano di tecnologia

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Una retina artificiale compatibile con i tessuti circostanti grazie a inserimenti di materiale organico è stata realizzata dai ricercatori del dipartimento di Fisica del Politecnico di Milano e del  dipartimento di Neuroscienze e neurotecnologie (Nbt), del  Centro di nanoscienze e tecnologie (Cnst) dell'Istituto italiano di tecnologia.

Il risultato, descritto sulla rivista Nature Communications, apre la strada alla possibilità di realizzare in laboratorio una retina artificiale perfettamente compatibile con i tessuti umani e quindi impiantabile. Un dispositivo del genere potrebbe aiutare a combattere le malattie causate dai difetti della retina, dal daltonismo alla cecità.

La retina è composta da un insieme di fotorecettori neuronali, chiamati coni e bastoncelli, capaci di captare i segnali luminosi e trasformarli in impulsi elettrici che vengono trasportati al cervello attraverso il nervo ottico. Mancanze, difetti o patologie di tali fotorecettori portano a conseguenze più o meno gravi e debilitanti. Il gruppo di lavoro è riuscito a creare una retina artificiale in grado di sostituire questo tessuto e le sue funzioni. La retina consiste in un'interfaccia tra le cellule nervose e un materiale organico semiconduttore, chiamato rr-P3HT:PCBM, in grado di captare gli impulsi luminosi convertendoli in corrente elettrica. In questo modo, la stimolazione luminosa dell'interfaccia provoca l'attivazione dei neuroni, mimando il processo a cui sono deputati i fotorecettori presenti nella retina.

"L'utilizzo di questo materiale organico semiconduttore è stato decisivo nel superare diversi problemi", afferma Guglielmo Lanzani del Cnst, coordinatore della ricerca. "Il fatto di essere organico lo rende soffice, leggero e flessibile, garantendo una buona biocompatibilità ed evitando complicazioni ai tessuti circostanti. Inoltre, essendo un polimero semiconduttore, ha la capacità di trasmettere impulsi elettronici e ionici senza grande dispersione di calore, che potrebbe causare diversi danni al sistema nel suo complesso". L'effetto fotovoltaico, inoltre, permette di trasformare l'energia della luce in impulso elettrico. Questo, al contrario delle interfacce realizzate finora in metallo o silicio, consente di non avere la necessità di una sorgente elettrica esterna per funzionare, né di dover trovare una soluzione al calore che viene dissipato attraverso la generazione di una corrente elettrica.

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