Matematica, una storia italiana
Studiosi molto diversi tra loro ma accomunati da una grande visione del futuro che va al di là della loro stessa opera scientifica: Volterra, Picone e Magenes hanno insegnato all'Italia che esiste una matematica che può e deve servire al progresso tecnologico del Paese
Italia, un paese "di poeti, di artisti, di eroi, di santi, di pensatori, di scienziati..." e anche di matematici e fisici, perché hanno avuto un ruolo cruciale nella formazione del moderno stato italiano. L'unità d'Italia, nei primi decenni e fino all'inizio della prima guerra mondiale, produsse una benefica liberazione di energia, che favorendo i contatti internazionali e incrementando le opportunità per gli studiosi, agevolò lo scambio di rapporti scientifici. Nelle scienze matematiche, in particolare, l'Italia arrivò a occupare uno dei primi posti in Europa. Ed è stato un matematico, Vito Volterra (nella foto in alto), a dare vita al Consiglio nazionale delle ricerche, che dal 1861 a oggi, è stato l'unica vera realtà alternativa all'università nello sviluppo della matematica italiana.
Nelle diverse fasi storiche successive all'unità, Vito Volterra, Mauro Picone (nella foto in basso) ed Enrico Magenes sono figure che, con la loro opera pionieristica, hanno segnato la storia della matematica. "Tutti e tre si sono distinti nel promuovere la nascita di nuove istituzioni", sottolinea Roberto Natalini, dell'Istituto per le applicazioni del calcolo ‘Mauro Picone' (Iac) del Cnr di Roma, "e hanno mostrato un interesse non comune per le applicazioni, elemento che contraddistingue ancora oggi il Cnr nel settore matematico".
La nascita di Vito Volterra (1860-1940) coincide con quella del nuovo stato unitario. "Per tutta la vita, cercò di promuovere un'idea aperta e innovativa della matematica", spiega Natalini, "coltivando un largo spettro di tematiche, gettando le basi della moderna analisi funzionale e fu tra i primi al mondo a introdurre metodi matematici nello studio della biologia e dell'economia". A lui si devono le equazioni che descrivono le interazioni tra prede e predatori, che segnano l'inizio dello studio della dinamica delle popolazioni.
Volontario nella prima guerra mondiale, ricavò da questa esperienza idee e conoscenze che lo portarono a proporre, nel 1919, la creazione del Cnr, che tuttavia, per difficoltà burocratiche, nacque solo alla fine del 1923 e Volterra fu il suo primo presidente. Ma la presidenza fu interrotta nel 1927, a causa della sua opposizione al fascismo e fu nominato Guglielmo Marconi. Nel 1931 fu uno dei pochissimi docenti universitari a rifiutare il giuramento di fedeltà al regime fascista e in seguito subì le conseguenze delle leggi razziali.
La prima guerra mondiale orientò il modo di vedere la matematica anche di Mauro Picone (1885-1977). "Adattò infatti le vecchie tavole di tiro alle particolari condizioni geografiche del Trentino", prosegue il ricercatore dell'Iac-Cnr, "sperimentando così direttamente il potere predittivo della matematica". Picone divenne presto una figura di primo piano sia come organizzatore sia come maestro. Nel 1927 creò a Napoli un laboratorio di analisi numerica che divenne in seguito, nel 1932, l'Istituto nazionale per le applicazioni del calcolo del Cnr, il primo Istituto al mondo completamente dedicato alla matematica applicata e a dotarsi di un grado calcolatore elettronico. Alla sua scuola si formò la maggior parte dei professori di Analisi matematica della sua epoca, tra cui nomi illustri come Renato Caccioppoli, Gaetano Fichera, Carlo Miranda, Ennio De Giorgi e Corrado Bohm.
Tra i più importanti matematici del dopo guerra, un posto di rilievo spetta infine a Enrico Magenes (1923-2010) che pose le basi analitiche per il moderno trattamento variazionale delle equazioni alle derivate spaziali che intervengono in numerosi problemi applicativi. Fu il fondatore e direttore del Laboratorio di analisi numerica del Cnr, poi diventato Istituto di matematica e tecnologie informatiche (Imati). "La sua scuola ha avuto e ha ancora un deciso impatto sull'analisi numerica moderna", conclude Natalini, "diventando un modello per simili iniziative in Italia e all'estero".
Personaggi molto diversi tra loro, ma accomunati da una grande visione del futuro che va al di là della loro stessa opera scientifica. Tutti e tre hanno insegnato all'Italia che esiste una matematica, anche di alto livello, che può e deve servire al progresso tecnologico del Paese.
Rosanna Dassisti
Fonte: Roberto Natalini , Istituto per le applicazioni del calcolo "Mauro Picone", Roma, tel. 06/49270961, email roberto.natalini@cnr.it