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Ixpe, in orbita con la tecnologia italiana

tecnologia in orbita
di Marina Landolfi

La nuova missione Nasa permetterà di esplorare attraverso i raggi X gli oggetti più estremi del cosmo, come pulsar buchi neri e supermassicci. L'Italia partecipa con l'Agenzia spaziale italiana, l'Istituto nazionale di fisica nucleare e l'Istituto di astrofisica

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È previsto per il 2020 il lancio della missione Imaging X-Ray Polarimetry Explorer (Ixpe), finanziata dalla National Aeronautics and Space Administration (Nasa) e dall'Agenzia spaziale italiana (Asi), che permetterà agli scienziati di esplorare in modo dettagliato e senza precedenti alcuni tra i più estremi oggetti astronomici conosciuti, come buchi neri stellari e supermassicci, stelle di neutroni e pulsar.

Ixpe prevede la messa in orbita di un satellite che ospita tre telescopi dotati di rivelatori innovativi per raggi X, i Gas Pixel Detectors (Gpd), frutto della ricerca scientifica italiana che partecipa con i ricercatori dell'Istituto nazionale di fisica nucleare (Infn), dell'Università di Pisa e dell'Istituto nazionale di astrofisica (Inaf), che permetteranno agli astronomi di studiare gli oggetti molto lontani da noi.

missione spaziale

Il Gpd è il primo rivelatore in grado di misurare con grande efficienza tutte le proprietà trasportate dai fotoni emessi da una sorgente celeste, e di fornire agli scienziati informazioni finora non accessibili circa alcuni ambienti estremi del cosmo. "Penso possiamo essere tutti giustamente orgogliosi di aver introdotto e sviluppato una nuova tecnologia di rivelazione, destinata ad aprire una nuova finestra osservativa sull' Universo", commenta Ronaldo Bellazzini dell'Infn di Pisa, co-responsabile italiano del progetto e ideatore del concetto di Gpd.

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