Focus: Mare

Quei 'micro tsunami' che affliggono Venezia

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di Riccardo CIlluffo

Grandi navi da carico, petroliere di 200 metri e, nei giorni di festa, imbarcazioni da crociera affollano gli stretti canali della laguna di Venezia, producendo, con le loro scie, onde lunghe simili a micro tsunami. Un danno per i bassi fondali, poiché provocano lo spostamento di sedimenti e possono rilasciare sostanze contaminanti pericolose per l'ambiente

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Fanno meno paura per la portata, ma l'effetto che i micro tsunami provocano nei sedimenti dei bassi fondali lagunari, per quanto meno distruttivo di quello generato dei loro fratelli maggiori non è certo trascurabile. Ne sanno qualcosa a Venezia, dove, al passaggio di ogni grande nave, vengono prodotte onde lunghe in grado di provocare massiccie movimentazioni e scambi di materiali fra i bassi fondali e canali circostanti.

"Una grande nave in transito in un canale stretto come quelli lagunari può generare un'onda anomala (Bernoulli Wake) abbastanza ampia che, quando si propaga sul basso fondale, si innalza, frange e dà luogo a fenomeni di risospensione, movimentando quantità di sedimento dal basso fondale verso il canale stesso", spiega Luca Zaggia, dell'Istituto di scienze marine (Ismar) del Cnr di Venezia, che ha esposto il problema nel corso del 39° congresso Ciesm.

Una combinazione di fattori fra cui la geometria dello scafo, la velocità di crociera e il livello di marea fa sì che il passaggio di un'imbarcazione di notevoli dimensioni provochi 'stress' nei fondali, causando fenomeni di erosione. Una grande concentrazione di sedimenti sospesi lungo i bassi fondali della Laguna, soprattutto durante i periodi di bassa marea, provoca poi un aumento della torbidità e un deterioramento considerevole della qualità dell'acqua.

Uno studio, svolto dal Cnr in collaborazione con l'Università di Kiel (Cluster di eccellenza 'The Future Ocean'), monitora parametri del trasporto solido e dell'idrodinamica utili a spiegarne gli effetti. "Queste onde anomale", continua il ricercatore, "rappresentano, oltre che un danno ambientale, un problema per la gestione e per la navigabilità dei canali lagunari, per il continuo spostamento di sedimenti contaminati nella zona del porto industriale".

I dubbi ambientali sul transito delle imbarcazioni riguardano anche l'emissione dei gas di scarico in acqua e in aria e il rilascio  di residui di pittura antivegetativa contaminante, sebbene le specie che popolano i canali sembra non corrano pericolo, deponendo le loro uova nelle zone di secca.

Lo studio approfondito dei micro tsunami permette inoltre di capire meglio il fenomeno di erosione che interessa la zona della laguna centrale dove, proprio in seguito allo scavo del canale Malamocco-Marghera (1970) si sono verificati i maggiori abbassamenti del fondale, e di sviluppare misure volte alla mitigazione dei fenomeni, riducendo i costi per il dragaggio dei canali portuali e la messa a dimora in sicurezza dei materiali di risulta.

Come possibili soluzioni, oltre alla riduzione della velocità di transito nel canale per i natanti che creano il maggiore impatto, si può "consentire il passaggio alle grandi navi esclusivamente durante i periodi di media-alta marea", conclude Zaggia, "e aumentare la distanza tra le imbarcazioni maggiori nei passaggi consecutivi".

Riccardo Cilluffo

Fonte: Luca Zaggia, Istituto di geoscienze e georisorse , email luca.zaggia@igg.cnr.it -

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