Vita Cnr

Nuove cure per l'X fragile

Comosoma X
di Francesca Lippi

L'Istituto di scienze neurologiche del Cnr di Catania è autore, insieme con il dipartimento di Scienze biomediche dell'ateneo catanese e con l'Irccs 'Oasi Maria Santissima' di Troina (Enna), di uno studio che prefigura nuove terapie per la cura della sindrome del cromosoma X fragile, una forma genetica di ritardo mentale associato ad autismo ed epilessia
 

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L'Istituto di scienze neurologiche (Isn) del Cnr di Catania è autore, insieme con il dipartimento di Scienze biomediche dell'ateneo catanese e all'Irccs 'Oasi Maria Santissima' di Troina (Enna), di uno studio apparso su 'Biological Psychiatry' che prefigura nuove terapie per la cura della sindrome del cromosoma X fragile, (Fxs), una forma genetica di ritardo mentale associato ad autismo ed epilessia, causata dalla mutazione del gene 'FMR1' sul cromosoma X.

La ricerca, frutto della stretta collaborazione del gruppo diretto da Lucia Ciranna (Università di Catania) e del gruppo Isn-Cnr e 'Oasi di Troina' diretto da Maria Vincenza Catania, suggerisce l'uso di farmaci che agiscono sui recettori per la serotonina.

Nella Fxs è presente un'alterazione della cosiddetta 'plasticità sinaptica', ovvero dei meccanismi di comunicazione tra neuroni ritenuti alla base dell'apprendimento e della memoria. L'anomalia è da anni oggetto di studio da parte della comunità medica: già 10 anni fa un gruppo del Mit di Cambridge (Usa) propose, sulla base di studi effettuati sul modello animale della malattia, una strategia terapeutica fondata sull'utilizzo di farmaci bloccanti i recettori 'mGlu5' per il glutammato, un neurotrasmettitore presente nel nostro cervello. Ulteriori studi condotti dall'Isn-Cnr si sono invece focalizzati sulle interazioni proteiche di tali recettori, individuando nella riduzione dell'associazione del recettore 'mGlu5' con la proteina 'Homer' (una proteina incaricata di mediare i segnali intracellulari) un meccanismo potenzialmente coinvolto nella fisiopatologia della sindrome.

Il gruppo di ricerca diretto da Lucia Ciranna (Università di Catania)

Il gruppo di ricerca diretto da Lucia Ciranna (Università di Catania) 

Oggi, lo studio siciliano ipotizza un nuovo approccio terapeutico basato sul neurotrasmettitore della serotonina: è stato dimostrato, infatti, che l'attivazione di un sottotipo di recettori per tale neurotrasmettitore (denominati recettori '5-HT7'), ha effetto simile al blocco dei recettori 'mGlu5' nel correggere le anomalie della plasticità sinaptica. Un risultato che apre nuove prospettive farmacologiche: "E' interessante l'ipotesi di una terapia basata su sistemi di neurotrasmettitori già utilizzata in altri tipi di cure: è noto infatti che alcuni farmaci antidepressivi esercitano il loro effetto aumentando i livelli cerebrali della serotonina", afferma Maria Vincenza Catania. "Il prossimo obiettivo sarà quello di sintetizzare nuove molecole selettive sui recettori '5-HT7' per testare dal punto di vista biochimico i meccanismi alla base di questo effetto e poi avviare una sperimentazione sul modello animale".

"Questi risultati sono frutto di una solida collaborazione scientifica, in particolare, oltre ai contributi del mio gruppo di ricerca e del Cnr di Catania, vorrei ricordare il supporto dell'Istituto di ricovero e cura a carattere scientifico Oasi di Troina e quello del dipartimento Farmaco-chimico dell'Università di Bari", aggiunge Lucia Ciranna, coordinatrice della ricerca.

Lo studio rientra nell'ambito di un progetto di ricerca Prin 2007 (Miur) ed è stato realizzato anche grazie a finanziamenti di Telethon, Fondazione Léjeune-Paris, Irccs 'Oasi Maria SS' di Troina ed ex facoltà di Farmacia dell'Università di Catania.

Fonte: Maria Vincenza Catania, Istituto di scienze neurologiche, Catania , email m.catania@isn.cnr.it -

Per saperne di più: 'Activation of 5-HT7 Serotonin Receptors Reverses Metabotropic Glutamate Receptor-Mediated Synaptic Plasticity in Wild-Type and Fmr1 Knockout Mice, a Model of Fragile X Syndrome'. Biol Psychiatry. 2012 Dec 1;72(11):924-33