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Il 2009 degli italiani? Gioie private e pubbliche preoccupazioni

di Loredana Cerbara

Gli italiani, come tutte le popolazioni del Nord del mondo, nel corso degli ultimi anni hanno avuto la netta percezione che la situazione economica globale sia gravemente a rischio, anche se, più recentemente, molti segnali a livello internazionale stanno indicando che diversi paesi hanno intrapreso la via dell'uscita dalla situazione critica in cui si sono trovati negli ultimi anni.

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Il clamore mediatico sulla crisi ha probabilmente avuto un effetto condizionante sia sulle aspettative a breve termine della popolazione che sui comportamenti individuali. Così, indagini pubblicate recentemente da autorevoli produttori di dati registrano un fenomeno: la soddisfazione provata nella sfera personale contrasta con la forte insoddisfazione dichiarata per le questioni pubbliche. Il fatto che gli italiani trovino soddisfazione soprattutto nelle relazioni famigliari e affettive è rilevato tradizionalmente. Ma l'Istat, nell'indagine sulla soddisfazione dei cittadini, ha stimato nel 75% la quota dei soddisfatti per il proprio lavoro e Ipsos, in una ricerca per il Sole-24 Ore, annuncia che quasi la metà degli italiani si dichiara felice grazie sia al benessere personale e allo stato di agio, sia agli affetti familiari, con l'aspettativa di mantenere questo stato anche nel futuro prossimo. Anche secondo il Censis oltre il 70% della popolazione ammette di avere un reddito sufficiente e Ipsos conferma la previsione che la situazione economica personale non peggiori nel prossimo futuro.
Ma se si chiede se le aspettative per il futuro della nazione sono altrettanto rosee, la situazione si capovolge. Prevale la preoccupazione per la condizione economica e il timore di precarietà e insicurezza nel lavoro. Non mancano poi appunti negativi sul difficile stato in cui versa la cosa pubblica: il traffico intenso, la sporcizia nelle strade, la mancanza di parcheggi, tutti elementi negativi riportati dall'Istat. Dunque, ancora una volta gli italiani dimostrano di ritenere inattaccabili punti di forza i valori derivanti dalle radici, la propria identità, il sentimento di appartenenza a una comunità protettiva contro la fragilità umana e sociale, anche nell'era della globalizzazione e della comunicazione veloce. La sfiducia invece è principalmente rivolta verso ciò che sembra appartenere al mondo esterno e che non dipende direttamente dalle scelte personali, quanto da politiche e sistemi indipendenti dalla volontà dei singoli.

Fonte: Loredana Cerbara, Istituto di ricerche sulla popolazione e le politiche sociali, Roma, tel. 06/492724246, email loredana.cerbara@irpps.cnr.it

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