l gusto è il primo senso a svilupparsi nei neonati. In ogni individuo la percezione dei cinque sapori fondamentali (dolce, amaro, acido, salato, umami) è legata ai recettori specializzati sparsi in zone diverse della lingua. Anche saper distinguere tra cibo desiderabile e cibo potenzialmente pericoloso è però una capacità fondamentale per sopravvivere, che tutti gli organismi, incluso l'uomo, devono possedere. Secondo gli studiosi, la capacità di riconoscere istintivamente gli alimenti commestibili risale alla preistoria: l'uomo sarebbe dotato di una memoria genetica, costruita durante l'evoluzione, che gli consente di riconoscere cosa gli fa bene e cosa gli fa male. La nostra capacità di percepire, riconoscere e scegliere i cibi dipende però, oltre che da questa eredità genetica, anche da variabili fisiologiche e dall'esperienza.
Un contributo per capire come gli animali individuino il cibo e lo distinguano da altri stimoli presenti nell'ambiente e come funzionino le cellule responsabili di queste risposte è stato dato dal nematode Caenorhabditis elegans (C. elegans), un verme lungo un millimetro, utilizzato per molteplici studi grazie alla sua versatilità sperimentale.
“Gli studi su C. elegans hanno contribuito a farci comprendere come gli animali distinguano gli alimenti appetibili da quelli potenzialmente pericolosi e a farci individuare le molecole e i recettori responsabili di queste scelte”, spiega Elia Di Schiavi, dell'Istituto di bioscienze e biorisorse (Ibbr) del Cnr. "C. elegans è un nematode non parassita e si ciba di batteri che localizza nel suolo, seguendo segnali chimici. Non avendo occhi, usa il senso dell'olfatto per riconoscere le sostanze volatili e quello del gusto per le sostanze solubili che incontra nel suo cammino”.