Vita Cnr

Un'istantanea mondiale degli oceani

Lago Faro Messina
di Francesca Gorini

Gli Istituti Cnr per l’ambiente marino costiero e di scienze marine hanno aderito al primo 'Ocean Sampling Day’, il più esteso campionamento simultaneo delle acque oceaniche e costiere. Un modo per mappare la biodiversità marina, ma anche per favorire l’identificazione di nuovi microorganismi finalizzato allo sviluppo di 'biotecnologie blu’

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Lo scorso 21 giugno in tutto il mondo si è svolto il primo 'Ocean Sampling Day’, il più esteso campionamento simultaneo delle acque oceaniche e costiere. Dall’Islanda all’Antartico, dalla Polinesia al Sudafrica sono stati 170 i siti in cui ricercatori di diverse nazionalità hanno mappato, in contemporanea e utilizzando gli stessi protocolli operativi, la biodiversità dei microorganismi marini e le loro funzioni. Obiettivo, ottenere un’'istantanea mondiale’ di una grande varietà di ambienti, per verificarne lo stato di salute e valutare gli effetti dei cambiamenti climatici e dell’impatto antropico.

Il Cnr ha partecipato all’iniziativa attraverso l’Istituto di scienze marine (Ismar) di Venezia e l’Istituto per l’ambiente marino-costiero (Iamc) di Messina. Tra i diversi punti di campionamento individuati nelle coste nazionali, i ricercatori dell'Ente hanno analizzato, rispettivamente, le acque del Golfo di Venezia antistanti la piattaforma oceanografica 'Acqua alta’ e il Lago Faro di Messina. “Quest’ultimo è un interessante esempio di lago salato meromittico, cioè un bacino in cui la maggior salinità degli strati profondi impedisce la circolazione delle acque”, afferma Mikail Yakimov, biologo molecolare di origine russa in forza all’Iamc-Cnr. “Questo ambiente particolare ha favorito la proliferazione di organismi tipici delle acque profonde del Mediterraneo, caratterizzati dalla capacità di svolgere attività di fotosintesi anche in mancanza di ossigeno. Il campionamento è stato condotto in collaborazione con colleghi dell’Università di Bangor”.

Oltre a favorire una maggiore conoscenza degli ecosistemi, l’evento ha rappresentato anche un’occasione unica per identificare, grazie alle più recenti tecniche di sequenziamento del genoma, la grande varietà di microorganismi generati dai processi di adattamento, aprendo nuove prospettive nell’ambito delle 'biotecnologie blu’.

“La possibilità che la ricerca offre oggi di decifrare i geni dei vari organismi planctonici attraverso tecniche di metagenomica e metabarcoding potrà aiutarci nello sviluppo di enzimi industriali nuovi e più resistenti, e nell'identificazione di nuovi farmaci”, spiega Gian Marco Luna, coordinatore dell’iniziativa per l’Ismar-Cnr. “È un settore di ricerca con grandi potenzialità dal punto di vista applicativo ed economico, ma che inevitabilmente mette al centro del dibattito nuove questioni legate ai 'diritti di utilizzo’ del mare. Non a caso, in occasione della manifestazione, la Commissione scientifica del Mediterraneo (Ciesm) ha formalizzato la firma di una Carta che regolamenta l’accesso e la condivisione delle risorse genetiche marine, ispirata a principi di equità, legalità, trasparenza e rispetto dell’ambiente”.

I dati raccolti dai vari team aderenti sono stati inviati al Max Planck Institute for Microbiology di Brema, che coordina l’iniziativa; una parte di campioni sarà invece conservata presso lo Smithsonian Institute di Washington.

Fonte: Michail Yakimov , Istituto per l'ambiente marino costiero, Messina; Gian Marco Luna , Istituto di scienze marine, Venezia, tel. 041/2407993, email gianmarco.luna@ve.ismar.cnr.it