Vita Cnr

Dalle olive l'arma che combatte i radicali liberi

Olio di oliva
di Francesca Gorini

Con il progetto 'Oleaelisir’ l’Istituto per lo studio degli ecosistemi indaga la possibilità di recuperare le sostanze antiossidanti presenti nell’acqua di vegetazione delle olive a fini terapeutici e cosmetici. Un interessante esempio di come valorizzare un prodotto ritenuto fino ad oggi 'di scarto'

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Un concentrato anti radicali liberi potrà essere ricavato dall’acqua di vegetazione delle olive impiegata nei processi di produzione dell’olio. L’idea è nata nell’ambito di 'Oleaelisir’, progetto finanziato dalla Regione Toscana e di cui è capofila l’Istituto per lo studio degli ecosistemi (Ise) del Cnr di Sesto Fiorentino. La ricerca ha infatti individuato in questo prodotto 'di scarto’ della filiera un'alta percentuale di polifenoli, molecole naturali dalla potente azione antiossidante utilizzabili a fini terapeutici, cosmetici e alimentari.

“L’obiettivo è mettere a punto un elisir d’oliva”, spiega Cecilia Faraloni dell’Ise-Cnr, coordinatrice del progetto. “Il recupero avviene attraverso processi di biofiltrazione e concentrazione già sperimentati in 'Olivare’, un altro nostro progetto di ricerca realizzato sempre con la Regione, che ha portato alla messa a punto di un brevetto Cnr e di un prototipo di minifrantoio”.

Il concentrato di polifenoli potrà essere messo in commercio sotto forma di integratori alimentari (pastiglie, liquidi, gel, ecc.) utili a prevenire e combattere le patologie legate alla formazione dei radicali liberi. “Molti studi hanno dimostrato che sostanze come l’idrossitirosolo e l’oleuropeina, polifenoli derivati dalla polpa delle olive, sono coinvolti nella prevenzione e nella cura di numerose malattie: problemi cardiaci, colesterolo, arteriosclerosi, infiammazioni, neoplasie”, aggiunge la ricercatrice. “A livello economico, poi, questa ricerca rappresenta un importante esempio di trasferimento di conoscenze dal laboratorio al mercato, di idee innovative in nuovi prodotti, coerentemente con le priorità poste da Europa 2020. Nello specifico, il progetto potrà spingere gli operatori del settore a qualificare ulteriormente l’intera filiera olivo-oleica, individuando nuove opportunità di crescita a partire dalla valorizzazione di un sottoprodotto”.

Fonte: Cecilia Faraloni, Istituto per lo studio degli ecosistemi, Sesto Fiorentino, tel. 055/5225960 , email faraloni@ise.cnr.it