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Il bollettino Wmo

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di Alessandro Frandi

The Air Quality and Climate Bulletin è un nuovo notiziario emesso dal Wmo (World Meteorological Organization). Nel primo numero si evidenziano i principali fattori che hanno influenzato i modelli di qualità dell'aria nel 2020, rispetto agli altri anni

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Il n°1 del “Wmo Air Quality and Climate Bulletin” si apre con la citazione di Fiore et al., 2012; West et al., 2013; Ipcc, 2021: “Il cambiamento climatico in corso, causato dall'accumulo di gas a effetto serra nell'atmosfera, sta avvenendo su una scala temporale di decenni e sta guidando i cambiamenti ambientali in tutto il mondo. Al contrario, gli impatti dell'inquinamento atmosferico si verificano vicino alla superficie, su scale temporali da giorni a settimane, e su scale spaziali che vanno da quelle locali a quelle regionali. Nonostante queste ampie differenze, la qualità dell'aria e il cambiamento climatico sono fortemente interconnessi”.

Il bollettino “Wmo Air Quality and Climate” riporterà annualmente lo stato della qualità dell'aria e le sue connessioni con il cambiamento climatico, riflettendo sulla distribuzione geografica e sulle modificazioni negli inquinanti tradizionali. Cosa sono gli inquinanti tradizionali? Includono gas reattivi a vita breve come l'ozono, un gas traccia che è un comune inquinante dell'aria e un gas serra a forte impatto sull'atmosfera riscaldandola;  c'è poi il particolato, costituito da una vasta gamma di minuscole particelle sospese nell'atmosfera estremamente dannose per la salute umana, le cui complesse caratteristiche possono sia raffreddare che riscaldare l'atmosfera. La qualità dell'aria e il clima sono interconnessi perché le specie chimiche che influenzano entrambi sono collegate, e perché i cambiamenti in uno causano inevitabilmente cambiamenti nell'altro. Le attività umane che rilasciano gas serra a lunga vita nell'atmosfera aumentano anche le concentrazioni dell'ozono e del particolato a vita più breve nell'atmosfera.

Paolo Cristofanelli, dell'Istituto di scienze dell'atmosfera e del clima del Cnr, è citato nel contributo dal titolo “The impact of Covid-19 on air quality” riguardo uno studio relativo all'area del Monte Cimone, la montagna più alta dell'Appennino settentrionale italiano, che ha una stazione Wmo-Gaw sulla sua cima. La ricerca ha dimostrato che i livelli di ozono sul Monte Cimone erano insolitamente bassi nella primavera boreale e nell'estate del 2020, probabilmente a causa delle rigide restrizioni da lockdown e dal conseguente “rallentamento” economico procurato dalla Covid-19. Le riduzioni di ozono primaverili ed estive rilevate sul Monte Cimone e anche sulle catene montuose Zugspitze (Germania) sono altamente insolite e hanno livelli inferiori a quanto osservato negli ultimi due decenni. Queste riduzioni sono ancora maggiori di quelle osservate nella troposfera libera dell'emisfero settentrionale a medie latitudini dai palloni meteorologici, dal lidar (strumento laser) e da aerei commerciali nel 2020 (Steinbrecht et al., 2021; Clark et al., 2021), indicando che la crisi economica Covid-19 ha avuto un ampio impatto sulla produzione di ozono in tutta Europa.

titolo: The Air Quality and Climate Bulletin
categoria: Rivista
autore/i: Wmo
editore: WMO

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