Un viaggio intergenerazionale

La migrazione delle farfalle monarca, dal Nord America fino alle aree di svernamento in Messico, rappresenta uno dei fenomeni naturali più straordinari del regno animale. Ogni anno centinaia di migliaia di esemplari intraprendono un viaggio di circa 4.000 chilometri, con uno spostamento che coinvolge più generazioni. La conservazione della specie, che deve affrontare le minacce del cambiamento climatico e dell’uso di pesticidi, richiede impegno scientifico, ma anche sensibilizzazione del pubblico. Abbiamo approfondito l’argomento con Leonardo Ancillotto dell’Istituto di ricerca sugli ecosistemi terrestri del Cnr
Il concetto di migrazione tra gli animali è molto eterogeneo e complesso, e non tutti migrano allo stesso modo. Alcune specie di farfalle, ad esempio, vivono un fenomeno straordinario, impiegando diverse generazioni per compiere una migrazione. Tra queste la farfalla monarca (Danaus plexippus) che ogni anno, in milioni di esemplari, vola dal Nord America al Messico, percorrendo molti chilometri. Originaria del continente americano, di colore nero-arancione, vive in media dalle 2 alle 6 settimane, anche se può arrivare a 9 mesi. “La farfalla monarca è una delle specie più affascinanti tra gli insetti, nota soprattutto per la sua straordinaria migrazione annuale. Questo viaggio epico, che può coprire fino a 4.000 chilometri, è una delle più incredibili meraviglie naturali e rappresenta un caso eccezionale tra gli insetti migratori”, sostiene Leonardo Ancillotto dell’Istituto di ricerca sugli ecosistemi terrestri (Iret) del Cnr. “Ogni anno, milioni di farfalle monarca attraversano il continente nordamericano, dal Canada e dagli Stati Uniti fino alle foreste montuose del Messico, seguendo un percorso ben definito che garantisce la sopravvivenza della specie attraverso le generazioni. Questo viaggio non viene compiuto da un singolo individuo. Le farfalle nate in primavera e in estate vivono solo poche settimane e si riproducono lungo il tragitto. Tuttavia, la generazione autunnale può vivere fino a 9 mesi, permettendo loro di completare la lunga migrazione verso sud”.
Le numerose farfalle fanno sosta nella riserva Monarch Butterfly Biosphere creata dal governo messicano nel 2008 e inserita nell’elenco dei patrimoni dell’umanità dell’Unesco. “Una volta raggiunti i quartieri invernali nelle foreste di abeti del Michoacán, in Messico, le farfalle monarca entrano in una fase di diapausa (fase di arresto spontaneo dello sviluppo in cui l'organismo è inattivo), rallentando il metabolismo per conservare energia. Durante questo periodo si radunano in enormi aggregazioni che coprono gli alberi, creando uno spettacolo visivo mozzafiato”, prosegue il ricercatore. “In primavera, quando le temperature aumentano, le farfalle si riattivano, si accoppiano e iniziano il viaggio di ritorno verso nord. Le femmine depongono le uova lungo il percorso, dando inizio a nuove nascite che completeranno il tragitto fino al Canada. Una delle domande più affascinanti sulla migrazione della farfalla monarca riguarda il modo in cui riesce a navigare per migliaia di chilometri senza mai aver compiuto il viaggio prima. Studi scientifici hanno dimostrato che utilizzano una combinazione di segnali ambientali per orientarsi, che includono la capacità di regolare la direzione di volo in base alla posizione solare e al campo magnetico terrestre”.

La popolazione di farfalle monarca, come quella di altri insetti impollinatori, è notevolmente diminuita negli ultimi trenta anni. Tra le cause principali, i cambiamenti climatici, la scomparsa crescente delle piante del genere Asclepias, l’uso dei pesticidi e l’aumentata mortalità degli esemplari durante la migrazione. “Nonostante la loro straordinaria capacità di navigare per migliaia di chilometri, le farfalle monarca e altre specie migratrici affrontano numerose minacce che mettono a rischio la loro sopravvivenza. La deforestazione nelle aree di svernamento in Messico ha ridotto drasticamente gli habitat sicuri per la diapausa, la crescente urbanizzazione e l’espansione agricola negli Stati Uniti e in Canada stanno eliminando molte delle piante di Asclepias, essenziali per l’alimentazione delle larve, e infine l’uso diffuso di pesticidi e diserbanti ha portato alla riduzione delle popolazioni sia della farfalla sia della sua pianta nutrice”, precisa Ancillotto. “Anche i cambiamenti climatici stanno influenzando la migrazione delle monarca e delle farfalle europee. L’alterazione dei pattern climatici può modificare il periodo di fioritura delle piante nutrici e aumentare la frequenza di eventi meteorologici estremi, come tempeste e ondate di caldo, che possono risultare letali per le farfalle. Temperature più calde possono alterare i tempi della migrazione, esponendo le monarca e altre specie a condizioni sfavorevoli, come la scarsità di cibo o la difficoltà nel trovare rifugi adatti”.
Anche in Europa esistono farfalle migratrici, sebbene i loro spostamenti siano meno conosciuti rispetto a quelli della monarca. Un esempio notevole è la Vanessa del cardo (Vanessa cardui), che può percorrere migliaia di chilometri dall'Africa all'Europa, adattandosi ai cambiamenti stagionali e alle disponibilità alimentari. “Le migrazioni delle farfalle europee, sebbene meno spettacolari in termini di densità rispetto a quelle della monarca, rappresentano un fenomeno ecologicamente significativo. Questi insetti contribuiscono alla dispersione del polline e svolgono un ruolo importante negli ecosistemi locali. Tuttavia, anche loro devono affrontare minacce come la perdita di habitat, il cambiamento climatico e l'uso di pesticidi”, conclude l’esperto. “La sopravvivenza di queste farfalle dipende dalla nostra capacità di proteggere gli habitat essenziali per il loro ciclo vitale. La combinazione di deforestazione, cambiamenti climatici e riduzione delle piante ospiti rappresenta una grave minaccia per queste specie, che necessitano di sforzi mirati e coordinati a livello internazionale”.
Negli Stati Uniti, in Canada e in Europa, le iniziative di citizen science, attività legate a ricerche scientifiche a cui partecipano anche semplici cittadini, stanno coinvolgendo il pubblico nella raccolta di dati sulla popolazione delle farfalle migratrici, monitorandone numero e comportamento migratorio. Inoltre, molte scuole e associazioni stanno piantando giardini di Asclepias e piante nettarifere per fornire un habitat sicuro alle farfalle lungo il loro percorso.
Fonte: Leonardo Ancillotto, Istituto di ricerca sugli ecosistemi terrestri, leonardo.ancillotto@cnr.it