Saggi

La scienza interessa

di Marco Ferrazzoli
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L''Annuario scienza tecnologia e società 2016' di Observa Science in Society rileva un interesse verso scienza e tecnologia da parte degli italiani rilevante e sostanzialmente stabile. L'80% guarda trasmissioni televisive su tali temi almeno una volta al mese, più della metà li segue su carta stampata o web, il 44% su riviste e circa un terzo attraverso la radio. Percentuali non disprezzabili visitano musei e mostre o seguono incontri e dibattiti divulgativi. Il livello di conoscenza scientifica misurato attraverso tre domande standardizzate a livello internazionale, poi, registra un aumento di risposte corrette che è stato enfatizzato con compiacimento da alcuni addetti ai lavori.

Possiamo quindi concludere che va tutto bene, poiché il livello culturale cresce? Nonostante la soddisfazione per questi dati, è opportuno approfondirli e fare qualche distinguo. Intanto, a cercare notizie scientifiche sono soprattutto persone giovani, con livello di istruzione elevato, presenti su web e sui social. È forse ovvio è in parte è positivo, ma significa anche che la conoscenza scientifica è prerogativa di un target culturale 'alto'. Ed è sempre questa fascia a esprimere i giudizi più positivi verso la ricerca: un dato che può essere letto sia come una prova dell'efficacia della comunicazione scientifica, sia come l'effetto dell'interessamento verso la scienza che spinge ad approfondire e ricercare notizie (gli studiosi di mass media parlerebbero, rispettivamente, di conferma o conversione).

Solo una minima parte di chi segue le notizie scientifiche, poi, è in grado di ricordare precisamente una trasmissione, un sito, una testata o un programma dove ne abbia trovate. E le fonti più citate sono comunque le più affermate, come SuperQuark, Geo&Geo o National Geographic. Sui social network, analogamente, istituzioni e personaggi più seguiti sono anche i più noti: Samantha Cristoforetti, Stephen Hawking, Umberto Veronesi, Cern, Cnr e Nasa. È il segno che anche la comunicazione di questo settore segue le caratteristiche di quella generale, inclusi lo scarso impatto esercitato sulla maggior parte del bacino raggiunto e la forza dei 'brand'.

Il quadro è dunque articolato e la consapevolezza scientifica degli italiani contraddittoria. Sgomenta per esempio, rispetto alle tre domande che compongono il test di conoscenza, che ben il 40% ignori che il Sole è una stella e non un pianeta. Sottoponendo al campione alcune immagini si scopre invece, com'è comprensibile, che la quasi totalità riconosce quelle della Terra vista dalla Luna, dell'elica del Dna e del primo test nucleare, ma molte meno quella che schematizza l'atomo di idrogeno di Bohr.

L'ambivalenza si riflette nei giudizi di merito. Più di quattro italiani su cinque ritengono che scienza e tecnologia cambino troppo velocemente il nostro stile di vita, ma tre su quattro reputano i benefici da esse attese maggiori delle possibili controindicazioni. Secondo sette persone su dieci la scienza è la sola a dirci la verità sull'uomo e sulla natura, ma due su cinque la ritengono una minaccia per la vita umana e la famiglia! Se si chiede in quali settori di ricerca investire di più troviamo al primo posto le energie rinnovabili, ma tra le priorità da perseguire l'impatto ambientale è scelto soltanto dal 26%.

Aporie non meno significative di quelle riscontrate tra i destinatari della comunicazione scientifica si riscontrano tra le fonti, cioè i ricercatori. Il 70% dei senior ha avuto almeno un contatto con un giornalista negli ultimi tre anni, ma la media generale è del 49% (i giovani sono meno intervistati perché meno noti, secondo la nota 'legge di san Matteo'). La maggior parte di chi ha concesso interviste ritiene che i giornalisti abbiano fatto domande appropriate, circa la metà è soddisfatto della propria ultima citazione ma solo uno su tre reputa che la spiegazione poi pubblicata sia corretta e addirittura tre su quattro ritengono imprecisa l'esposizione dei temi scientifici nei media: risposte che sembrano francamente contraddittorie. Per fortuna più del 90% dei ricercatori è disponibile al contatto con i media per cercare di migliorare l'educazione del pubblico, ma tra i contrari ci sono molti under 30, un dato sorprendente e preoccupante.

È forse a questo chiaroscuro culturale che va ricondotta una cronaca che, da qualche tempo, vede la scienza sempre più coinvolta e persino accusata in intricate vicende giudiziarie e politiche. Dal caso di Ilaria Capua a quello della Xylella, dalle polemiche sui vaccini (gli italiani contrari a ogni tipo di vaccinazione sono ben il 19%) all'ancora irrisolta questione Stamina, dalle polemiche su diete e alimentazione a quelle sui rischi ambientali e sanitari legati all'inquinamento. Evidentemente, quale davvero sia il ruolo del ricercatore non è ancora chiaro a tutti gli italiani né ad alcuni rappresentanti delle istituzioni.

 

 

titolo: Annuario scienza tecnologia e società
categoria: Saggi
autore/i: Pellegrini Giuseppe, Saracino Barbara (a cura di) 
editore: Il Mulino
pagine: 192
prezzo: € 17.00