C'è chi crede che per conoscere il futuro basti guardare il cielo. Le persone affascinate dall'astrologia ritengono che la posizione dei pianeti al momento del parto, ad esempio, influenzi l'indole del bambino. Altri invece dicono di leggere l'oroscopo solo per curiosità, senza lasciarsi condizionare, mentre molti pensano che sia solo un cumulo di sciocchezze. Ma una cosa è certa: l'astrologia non è una scienza. “È una pseudoscienza, un'antica superstizione per cui si riteneva possibile predire il futuro e i destini umani sulla base dei movimenti degli astri”, spiega Gilberto Corbellini, direttore del Dipartimento di scienze umane e sociali, patrimonio culturale (Dsu) del Consiglio nazionale delle ricerche.
Per millenni l'uomo ha osservato i cicli celesti per calendarizzare i cambiamenti stagionali, organizzare la caccia e l'agricoltura o leggere messaggi divini. Queste osservazioni, sotto la quinta dinastia della Mesopotamia (1950-1651 a.C.), dove si praticava l'interpretazione delle stelle, hanno dato vita alle conoscenze astronomiche, che sono rimaste agganciate all'astrologia fino alla rivoluzione scientifica del 1600. “I fondatori della moderna astronomia come Tycho Brahe, Johannes Kepler e Galileo Galilei erano astrologi di corte, ma l'abbandono del geocentrismo, la teoria che poneva la Terra al centro dell'universo, ha minato anche la credibilità dell'astrologia”, aggiunge Corbellini. “L'astrologia antica aveva un senso, perché tante cose non si capivano. Dal XVII secolo apparve chiaro che non aveva nulla a che fare con la scienza. Oggi è una sorta di placebo culturale che distorce la realtà, deresponsabilizza e calma l'ansia del futuro”.