Stiamo rinunciando a ragionare?
di Marco FerrazzoliSecondo Ermanno Bencivenga incombe la minaccia della “scomparsa del pensiero”. Il filosofo ci invita al recupero della logica. Che però non collide con la capacità di appassionare i pubblici. Così come non possiamo prescindere dai nuovi mezzi d'informazione e di comunicazione, così veloci e potenti da mettere a rischio le conoscenze “sviluppate in ere di lentezza e silenzio”
Secondo il filosofo Ermanno Bencivenga incombe una minaccia ben più grave dell'inquinamento, scontro di civiltà e migrazioni: stiamo rinunciando “a ragionare con la nostra testa”. Ed "è facile ignorare questo pericolo perché si tratta di una catastrofe gentile”, avverte l'autore ne 'La scomparsa del pensiero'.
Bencivenga adduce ad esempio quale prova il fascino della pubblicità: George Clooney “funziona come richiamo della foresta”, anche se sappiamo perfettamente che bevendo il caffè di cui è testimonial non diventeremo belli come lui. Ancor più convincente l'esempio dei talk-show in cui l'autore nota “un graduale ma inarrestabile cambiamento”: un tempo “alcuni provavano ancora a ragionare”, mentre “altri cominciavano a interrompere, a divagare, a insultare e di solito avevano la meglio”; oggi la prevalenza dei secondi “è arrivata a compimento”.
In realtà, però, la “minaccia” è antica come l'uomo: fu Gorgia a definire la retorica come “l'arte che agisce solo per via linguistica”, mentre nei dialoghi platonici si nota subito la pacatezza che Socrate mantiene persino davanti alla pena capitale, quando viene condannato a morte, con l'accusa di aver corrotto i giovani, proprio mediante il suo impiego della logica nel demolire le pretese dell'autorità (che lui trovava infondate). "Il logos non parla con voce tonante".
Da sempre, insomma, chi ama sedurre con parole vuote avversa chi privilegia la logica coloro che si occupano di svolgere o comunicare la ricerca scientifica non faticheranno a riconoscerlo. Anche se Bencivenga ricorda come nella 'Retorica' Aristotele non neghi l'uso del pathos, che anzi è uno dei tre strumenti dell'oratore assieme a logos ed ethos. L'autorevolezza non collide con la capacità di appassionare i pubblici e questo memo può tornare utile agli scienziati, talvolta infastiditi da tale necessità. Calzante in tal senso il confronto proposto nel libro tra Steve Jobs “idolatrato come un genio pur non avendo mai scoperto né inventato nulla” e il negletto Alan Turing, pioniere delle tecnologie oggi dominanti. Per quanto riguarda la situazione odierna Bencivenga ricorda intanto come autori del '900 quali Max Horkheimer, Theodor Adorno o Herbert Marcuse abbiano attaccato la logica in quanto “strumento autoritario e repressivo”. E venendo più a noi, accusa cellulari e chat di agevolare le chiacchiere e sostiene che “i giovani non hanno più disciplina, non danno retta a genitori e insegnanti, non sono in grado di prestare attenzione a nulla per un quarto d'ora filato”. Soprattutto per le nuove generazioni, 'La scomparsa del pensiero' propone in calce al testo alcuni esercizi di Thinking Skills Assessment (Valutazione delle abilità di pensiero) tratti e tradotti dai test di ammissione delle Università di Cambridge e Londra. È però anche vero che di lamentele simili adulti e docenti ne hanno sempre espresse: con questi discorsi si rischia di passare per dei laudatores temporis acti, ancor più se si rivanga “l'Odissea con il prologo di Ungaretti”, di cui l'indomani si discorreva come adesso accadrebbe con il 'Grande fratello'.
Non possiamo prescindere dai nuovi mezzi d'informazione e di comunicazione, così veloci e potenti che sembrano mettere a rischio le conoscenze “sviluppate in ere di lentezza e silenzio”. Quest'accelerazione ci espone al rischio di personaggi abili nell'innamorare i pubblici con gli “appelli alla pancia”, ma apre anche prospettive di scoperte eccezionali con una rapidità inedita. Viviamo un paradosso curioso: “La carenza informativa in cui ha prosperato non è più attuale, semmai siamo di fronte al fenomeno opposto”. Non lo è meno quello per cui proprio alcune nuove frontiere scientifiche quali la fisica quantistica portano a rivedere principi logici un tempo considerati irrinunciabili, come quello di non contraddizione.
titolo: La scomparsa del pensiero
categoria: Saggi
autore/i: Bencivenga Ermanno
editore: Feltrinelli
pagine: 139
prezzo: € 15.00