"Per me è stato indispensabile collocarmi fuori dall’accademia per sviluppare un pensiero diverso, estraneo alle relazioni internazionali e alla politologia", sono le parole di Dario Fabbri, direttore della rivista di geopolitica “Domino” e autore del volume “Geopolitica umana”. La Gribaudo-Feltrinelli ha dato la possibilità a Fabbri di mettere nero su bianco la sua visione del mondo e cosa abbia appreso nel corso degli anni come autonomo pensatore autodidatta. Il testo indaga con rigore e acume l’interazione tra collettività, in un contesto geografico specifico, valutando aspetti di natura antropologica e psicologica, con l’apporto di narrazioni, storia, strategie, tattiche.
Il soggetto della geopolitica tradizionale sono gli stati, ma Fabbri in modo originale non si colloca nel solco delle teorie delle relazioni internazionali classiche, aggiungendo uno sguardo anti-leaderistico sulla storia, centrato sulla volontà dei popoli, non sui singoli, sovrani o condottieri che siano. I leader vengono così considerati non più attori protagonisti in grado di agire sulla realtà e volgerla a proprio favore, ma nient’altro che “riduttori di complessità”, soggetti intorno ai quali si coagula la popolazione, che invece possiede una sua forma di autonomia e complessità. Inoltre, accanto alle strutture spaziali, demografiche ed economiche delle collettività, Fabbri individua una struttura psico-linguistica e antropologica, evitando in tal senso il “determinismo geografico”, una delle critiche all’approccio geopolitico classico. Lo spazio è certamente limitante nella capacità dell’agire, ma la creatività delle masse come corpo vivo e cosciente consente di superare i limiti geografici.
L’autore evidenzia poi il ruolo fondamentale della demografia: “…la potenza pertiene soltanto a comunità anagraficamente giovani. Solo una popolazione di età media bassa può sopportare i sacrifici richiesti dal perseguimento della potenza, la perenne belligeranza, l’attuazione di misure antieconomiche, il mantenimento di una società crudele”. Il saggio si arricchisce di esempi provenienti dalla storia, definita dall’autore il “principio di ogni speculazione”, dall’impero persiano fino a Russia, Stati Uniti e Cina attuali, evidenziando la contrapposizione tra potenze ed economie.
Esistono potenze storiche e post-storiche. Tra le prime, gli imperi e le rispettive aggregazioni umane in grado di elaborare una propria strategia; tra le seconde, quelle che tributano gli imperi, oberate di responsabilità e indirizzate a una cultura economicista volta a tutelare il proprio benessere. Gli imperi possiedono una sorta di “volontà di potenza”, un desiderio atavico d’incidere sulla storia, senza curarsi obbligatoriamente della matrice economicista, disposti a sostenere ogni tipo di sforzo per poter accrescere il proprio status, usano la violenza su di sé e sugli altri, violando puntualmente le regole dell’economia.
Nella parte finale del volume l’autore approfondisce il tema della globalizzazione, riflettendo sul potere conferito dal possesso delle reti internet e dei cavi sottomarini alle potenze egemoni imperiali vincenti per superiorità talassocratica e finanziaria. Il libro è un vero e proprio manuale agile, scritto con uno stile semplice ma suggestivo, a tratti epico, capace di individuare teorie, metodologie e sistemi complessi in una cornice ‘pop’ umanistico-divulgativa.
Titolo: Geopolitica umana
Categoria: Saggio
Autore: Dario Fabbri
Editore: Gribaudo-Feltrinelli, 2023
Pagine: 208
Prezzo: 14,00