Focus: Uguali ma diversi

Non facciamoci sviare dai gemelli

Neonati gemelli
di Rita Bugliosi

La loro somiglianza fisica non deve portarci a credere che abbiano anche un’identica personalità. A rivelarlo sono diversi studi, secondo i quali a plasmare le loro caratteristiche psicologiche non sono solo i geni ma anche l’ambiente, come chiarisce Antonio Cerasa, neuroscienziato dell’Istituto per la ricerca e l’innovazione biomedica del Consiglio nazionale delle ricerche

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È facile pensare, quando si vedono due persone che hanno lo stesso aspetto, come i gemelli, che la loro somiglianza non sia solo fisica, ma si estenda anche ad altri elementi, quali la personalità, il carattere, le propensioni, i gusti. La similitudine esteriore non deve però trarre in inganno: avere un corpo e un volto uguali non vuol dire infatti avere anche le medesime caratteristiche psicologiche e mentali. È un tema interessante da indagare a livello scientifico, anche perché studiare la personalità nei gemelli offre prospettive per comprendere il fenomeno di interazione tra fattori genetici e ambientali nello sviluppo delle differenze individuali.

“I gemelli - sia omozigoti che dizigoti - sono fondamentali per capire quanto la genetica e l'ambiente contribuiscano alle differenze nella personalità. Lo studio dei profili di personalità nei gemelli è inoltre estremamente utile per le ricerche sulla prevenzione e sulla promozione della salute mentale”, commenta Antonio Cerasa, neuroscienziato dell’Istituto per la ricerca e l’innovazione biomedica (Irib) del Cnr. “Per fare un esempio, sono stati pubblicati diversi studi che, utilizzando i dati di migliaia di gemelli, hanno dimostrato che la percezione di benessere e soddisfazione della vita, misurata con test psicologici, ha una un'ereditabilità media del 30-40%. In altre parole, se noi ci sentiamo bene lo dobbiamo per oltre un terzo alla nostra base genetica e di questa percentuale gran parte (65%) deriva proprio dai tratti di personalità che vengono ereditati e, tra tutti, coscienziosità, estroversione e stabilità emotiva. Quindi, studiare la personalità dei gemelli è molto utile perché si ha a disposizione un solido modello biologico per dividere i contributi genetici da quelli ambientali”.

Gemelle

Le ricerche svolte sui gemelli per comprendere come la personalità si sviluppa dentro di loro - diversamente o in modo uguale - fornisce però anche altri dati. “Quello che emerge da questi studi è che la metà della personalità dell’essere umano è determinata geneticamente, mentre il restante 50% è frutto dell’ambiente”, chiarisce il ricercatore del Cnr-Irib. “Anche nei gemelli omozigoti esiste infatti una forte differenza individuale nello sviluppo della personalità, legata a fenomeni epigenetici derivanti dall’interazione gene-ambiente, ma è ad oggi ancora in gran parte sconosciuto quanti e quali siano questi fenomeni e come impattino sulla loro personalità”.

Per capire le modalità e la misura in cui agiscono fattori genetici e ambientali sono state condotte varie ricerche con diversi approcci, anche matematici. “Uno studio dell’Università del Minnesota ha cercato di applicare modelli matematici per calcolare la misura in cui i contributi genetici e ambientali alla personalità siano relativamente costanti, partendo da fattori ambientali condivisi, come il rapporto con i genitori”, spiega Cerasa. “Gli autori di questo lavoro hanno affrontato il tema nel contesto della personalità degli adolescenti, chiedendosi se i contributi genetici e ambientali ai tratti di personalità nella tarda adolescenza siano condizionati dalla percezione che i giovani hanno delle loro relazioni con i genitori. Gli scienziati, elaborando moltissimi dati, hanno confermato che le relazioni con i genitori fungono da potenziamento (o meno) degli effetti dell’ambiente sui geni nello sviluppo della personalità.  Per esempio, nel caso in cui gli adolescenti percepivano alti livelli di considerazione da parte dei genitori, le influenze genetiche sulla personalità erano relativamente più importanti, mentre bassi livelli di considerazione erano associati a minori influenze genetiche e a un contributo maggiore di fattori esterni/ambientali”.

Sebbene si siano fatti passi avanti resta comunque ancora irrisolta la questione su cosa prevalga tra natura ed educazione nello sviluppo della personalità. “Quanto di quello che siamo dipenda dai geni e quanto dall’ambiente non è ancora stato stabilito con precisione dalla scienza, sebbene le attuali ricerche favoriscano, anche se di poco, l’ambiente rispetto alla pura biologia”, conclude il ricercatore.

Fonte: Antonio Cerasa, Istituto per la ricerca e l’innovazione biomedica, antonio.cersa@cnr.it

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