Saggi

Un "sano" egoismo

Copertina del volume Brevettare la salute?
di Gianmaria Carpino

In "Brevettare la salute?" (Il Mulino), Silvio Garattini, farmacologo e fondatore dell’Istituto di ricerche farmaceutiche-Irccs Mario Negri, riflette su uno dei temi più importanti degli ultimi tempi: la salute come diritto di tutti

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Nel corso degli anni, a una maggiore attenzione verso la produzione di farmaci si è aggiunto un aumento notevole del valore di mercato di questi ultimi, a discapito delle cure dei pazienti e dei sistemi sanitari. Oggi, scrive Silvio Garattini nel volume "Brevettare la salute?" (Il Mulino), “in Italia il valore del mercato dei farmaci è di oltre 30 miliardi di euro”. Questa cifra è stata raggiunta a partire dal 1978, anno in cui la Corte costituzionale acconsentì a introdurre la brevettazione dei farmaci, con lo scopo di rendere più innovativo un settore in cui “tutti si copiavano a vicenda”.

Il processo ha però sortito anche effetti negativi. Parlando dei vaccini contro il virus da Sars-CoV-2, nel libro Garattini riferisce che il suo istituto, l'Irccs Mario Negri, aveva chiesto al Governo già ad aprile del 2020 di avviare una produzione propria di vaccini e di occuparsi anche della loro distribuzione verso i Paesi più poveri. Purtroppo, a causa di alcuni ritardi, la campagna vaccinale non è potuta iniziare secondo i tempi previsti, né in Italia né nel resto del mondo. La situazione è stata particolarmente critica in Africa e in Asia.

La pandemia da Covid-19 ha riportato al centro della discussione la questione dei brevetti. Per l'autore del libro “vaccinare i Paesi poveri non è un atto di beneficenza, ma è un 'sano' egoismo considerando che se il virus Sars-CoV-2 continua a essere in circolazione può mutare e dare luogo a varianti che, con la globalizzazione, possono ritornare nei paesi ricchi”. Garattini chiarisce che “se le dosi sono insufficienti e se per giunta, dato il monopolio, i prezzi non sono contrattabili, è chiaro che solo alcuni Paesi ad alto reddito potranno ottenere i farmaci o i vaccini per assicurare la salute collettiva”. Per superare questo problema, l’autore suggerisce di applicare le misure previste a livello internazionale, in modo che le aziende che possiedono i brevetti possano mettere al servizio di tutti informazioni e dati.

Il brevetto, suggerisce Garattini, “dovrebbe essere garantito solo ai prodotti che dimostrano un valore terapeutico aggiunto rispetto ai prodotti già esistenti”. In un commento sulla rivista “The Lancet Global Health”, Luca Li Bassi e Lenias Hwenda hanno sostenuto che la pandemia da Covid-19 “richiede una risposta trasparente e in uno spirito di solidarietà”. Bisogna produrre farmaci esclusivamente nell’interesse dei pazienti, coinvolgendo industrie ed enti no profit e “consentendo lo sviluppo di farmaci migliori a minor prezzo e quindi più accessibili a tutti” per arrivare a una società in cui la medicina è al sevizio di chi ha più bisogno.

Titolo: Brevettare la salute? 
Autore/i: Silvio Garattini
Categoria: Saggi
Editore: Il Mulino
Pagine: 128
Prezzo: € 12,00

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