Focus: Rifiuti

Zeowine: bere responsabile e sostenibile

Terreno
di Alessandro Frandi

Il compostaggio costituisce un valido strumento per trasformare materiali organici di scarto in compost ricco di sostanze nutritive da utilizzare per il mantenimento della fertilità dei suoli agricoli. Ce ne parla Serena Doni dell'Istituto di ricerca sugli ecosistemi terrestri del Consiglio nazionale delle ricerche,  membro del gruppo di ricerca in biochimica ed ecologia del suolo della sede di Pisa

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La sperimentazione di sistemi di trattamento di matrici organiche di scarto in grado di mantenere e recuperare il più possibile il loro valore, riducendo al minimo la produzione di rifiuti, nell’ottica dell’economia circolare, è alla base delle attività di ricerca del gruppo dell’Istituto di ricerca sugli ecosistemi terrestri (Iret) del Cnr di  Pisa. Il riciclo dei rifiuti è un obiettivo chiave della politica europea di transizione verso un sistema economico sostenibile, anche in considerazione del fatto che i rifiuti globali dovrebbero crescere fino a 3,40 miliardi di tonnellate entro il 2050 e che il 45% di essi è rappresentato da rifiuti organici. Data l'elevata percentuale di materia organica e l’alto contenuto di nutrienti, questi rifiuti sembrano adatti per la produzione di ammendanti di qualità da utilizzare in agricoltura per reintegrare il contenuto di sostanza organica, mantenendo in tal modo la fertilità del suolo.

Serena Doni, ricercatrice del Cnr-Iret, spiega come avviene la degradazione dei suoli agricoli, in special modo quello dei vigneti: “La coltivazione intensiva aumenta la resa delle colture ma, allo stesso tempo, contribuisce alla perdita di biodiversità e all’esaurimento delle risorse idriche ed è fortemente dipendente dai fertilizzanti chimici sintetici e dai pesticidi, che rappresentano una fonte di inquinamento per il suolo e per l’acqua. Il passaggio a un’agricoltura sostenibile è un passo essenziale per ridare fertilità al suolo e per ridurre le emissioni di carbonio, contribuendo così alla lotta ai cambiamenti climatici e all'obiettivo fissato dal Green Deal di azzerare le emissioni nette di gas serra in tutta l'Ue entro il 2050”.

La crescita su scala globale di un’agricoltura sostenibile richiede lo sviluppo di una nuova economia circolare basata sull’uso di soluzioni volte a chiudere il ciclo dei materiali e a minimizzare l'uso di input ausiliari. In questo ambito, il Cnr-Iret di Pisa è coordinatore di Life Zeowine. “Si tratta di un progetto dimostrativo, cofinanziato dalla Commissione Europea, che mira a migliorare la protezione e la gestione del suolo, il benessere della vite e la qualità delle produzioni nella filiera vitivinicola, attraverso la produzione e l’applicazione al suolo di un compost innovativo Zeowine, derivante dal compostaggio di scarti della filiera vitivinicola e zeolite”, chiarisce la ricercatrice. “Partendo dai risultati di sperimentazioni precedenti, mirati a valutare l’efficacia di zeolite e compost in modo disgiunto in altre filiere produttive, il progetto ha avuto lo scopo di definire dei protocolli per la produzione del compost a base di scarti di filiera e zeolite e per la sua applicazione nella concimazione di vigneti, consentendo la chiusura del ciclo produttivo del materiale di scarto di filiera”.

Suolo

Alcune stime a livello italiano indicano una disponibilità di circa 2,4 milioni di tonnellate di sottoprodotti della vinificazione per anno, i quali risultano mediamente per 3/4 inutilizzati. “L’Italia è fra i principali produttori al mondo di vino, ed essendo il settore vitivinicolo molto forte e redditizio, è ormai indispensabile per i produttori sperimentare nuove soluzioni tecnologiche per continuare a incrementare sempre più la sostenibilità e la competitività della filiera con la chiusura del ciclo produttivo del materiale di scarto. L’applicazione al suolo del compost Zeowine è in grado di fornire nutrienti in modo più lento, nei momenti di reale fabbisogno della pianta, rispetto al compost tradizionale, rendendo l’efficacia del trattamento di fertilizzazione maggiore”, conclude la ricercatrice. “La sostanza organica del compost Zeowine si degrada più lentamente, favorendo il sequestro del carbonio e rendendo i terreni più resistenti e resilienti alle stesse pratiche agricole. La produzione e applicazione del compost Zeowine è tecnicamente fattibile e socio-economicamente sostenibile e sta aumentando la consapevolezza degli utilizzatori finali e la loro accettazione dei benefici della protezione del suolo e dell'ambiente. In particolare, il progetto coniuga gli obbiettivi di sostenibilità e competitività della filiera vitivinicola in termini di  razionalizzazione dell’utilizzo dei fertilizzanti, riduzione dei consumi energetici, riutilizzo di materiali di scarto aziendali, aumento della qualità delle uve e del vino e stabilità delle rese”.

Fonte: Serena Doni, Istituto di ricerca sugli ecosistemi terrestri, e-mail: serena.doni@cnr.it