Piante sul bancone del bar
“Il botanico ubriaco” è una guida per le oltre 150 specie di erbe, fiori, frutti e spezie che ritroviamo nelle ricette di molti cocktail. Un manuale che miscela alcol, chimica e storia per imparare a coltivare il pollice verde e a bere responsabilmente
Il volume “Il botanico ubriaco” di Amy Stewart unisce nel titolo l'ars miscelatoria propria dei baristi con quella degli studiosi di piante. Tra le due scorre un inatteso fiume di conoscenze in cui l'autrice naviga con esperienza. Il legame tra alcol ed erbe rimanda a una sapienza antica, la stessa nascita dell'alcol si situa negli alambicchi alchemici, poi la scuola salernitana e gli speziali medioevali hanno sfruttato il valore medicamentoso dei distillati, mentre l'apprezzamento per l'estasi che le bevande alcoliche producono affonda in varie radici culturali: dall'antica Grecia alle pratiche scoperte nel Nuovo Mondo, in quell'America che non a caso ha creato e diffuso i cocktail più famosi. Oggi l'umanità continua a raccogliere e studiare erbe e spezie per migliorare il piacere del bere e le tradizioni legate all'utilizzo delle diverse tecniche mutano in base alla geografia, alla materia prima disponibile, alle culture e alle conoscenze. “Il triangolo amoroso tra piante, etanolo e uomini rappresenta infatti uno dei ménages più stabili della storia dell'umanità ed è per questo inevitabile il suo intreccio con qualsiasi ambito del sapere”, scrive nella prefazione italiana Renato Bruni.
Il libro non si limita a descrivere la storia della miscelazione, ma la incrocia con la biologia e la chimica delle materie prime. Perché l'invecchiamento avviene in botti? Quale reazione si scatena con gli acidi grassi del whiskey quando si aggiunge l'acqua per la degustazione? Cosa significa filtraggio a freddo?
L'autrice propone inoltre una guida per distinguere le oltre 150 specie vegetali che ritroviamo in molte ricette di cocktail. Chi ha voglia di mettersi alla prova come barista-botanico può apprendere come coltivare e utilizzare spezie, radici, semi, piante. Forse agli occhi di un barman esperto potrà spiccare qualche imprecisioni tecnica, ma questo non inficia il valore dell'opera, cui va riconosciuto di aver riunito e organizzato in 400 pagine aspetti tratti dall'esperienza in orticoltura della Stewart, che la manualistica da bar spesso sorvola o elude. Ad esempio il capitolo sulla patata e l'origine della vodka precisa con puntuali citazioni di fonti come e perché gli Stati Uniti si siano votati a quel distillato in un particolare momento della loro storia. Il libro descrive poi piante differenti come agave, mais, orzo, mela, riso, uva. Tratta anche bevande “strane” come quelle derivate dal corbezzolo, dal pino del Cile o dalla mela di acagiù. Una voce esperta in materia può insomma aiutare il mondo del bar a leggere le etichette di gin, tequila, mezcal risalendo a piante, erbe, fiori e cortecce da cui questi alcolici derivano.
titolo: Il botanico ubriaco
categoria: Saggi
autore/i: Stewart Amy
editore: Codice Edizioni
pagine: 400
prezzo: € 31.00