A tavola non si invecchia. Se si sta attenti
I fabbisogni qualitativi e quantitativi di cibo cambiano in giovani e meno giovani, anche se ci sono sostanze nutritive che è bene che entrambe le generazioni consumino in maniera simile: è il caso, per esempio, del calcio, sempre importante, o del sale, che tutti devono limitare. Ne abbiamo parlato con Marika Dello Russo dell'Istituto di scienze dell'alimentazione del Cnr
Seguire un'alimentazione corretta è importante per conservare il benessere psico-fisico e per prevenire l'insorgenza di numerose patologie, da quelle cardiovascolari ai tumori. E importante è anche adeguare, dal punto di vista qualitativo e quantitativo, l'assunzione di cibo alle esigenze del corpo nelle diverse fasce di età: giovani e anziani presentano infatti differenti fabbisogni nutrizionali, che vanno assecondati per avere ricadute positive sullo stato e sul rendimento dell'organismo. “I consigli nutrizionali di solito hanno carattere generale, è importante però sottolineare il concetto della diversità tra gli individui e, nello stesso individuo, nelle varie fasi della vita: un corpo giovane è differente da un corpo anziano”, precisa Marika Dello Russo, nutrizionista dell'Istituto di scienze dell'alimentazione (Isa) del Cnr. “Con l'avanzare dell'età si spendono meno energie, diminuisce la massa magra e, quindi, il fabbisogno calorico: un anziano ha bisogno di circa 500 kilocalorie (kcal) al giorno in meno rispetto a un giovane - pressappoco l'equivalente di un pasto completo. Esistono poi differenze a livello interindividuale: il dispendio energetico giornaliero potrebbe infatti mantenersi alto in un anziano con un buon livello di attività fisica ed essere invece basso in un giovane sedentario”.
Oltre all'apporto energetico, nelle diverse età mutano anche le necessità a livello qualitativo, legate al fabbisogno in nutrienti. “Il fabbisogno di proteine, ad esempio, alto nella fase di crescita, si riduce in età adulta, per poi aumentare nuovamente nell'anziano, che ne ha necessità per sostenere e preservare il più possibile la massa muscolare in declino. Se nel giovane il fabbisogno proteico è di circa 1g per kg di peso corporeo, nell'anziano i Livelli di assunzioni di energia e nutrienti (Larn) raccomandano un obiettivo nutrizionale cautelativo più elevato, legato alla diminuita efficienza dei processi metabolici o all'aumentata necessità in alcune condizioni patologiche”, spiega la ricercatrice del Cnr-Isa. “Nella scelta delle proteine, vanno privilegiate quelle a più alto valore biologico (uova, pesce, carni bianche, latticini), soprattutto negli anziani, che hanno una minore capacità digestiva”.
Ci sono invece sostanze che è bene assumere moderatamente a tutte le età. “Sia i giovani che gli anziani devono limitare il consumo di zuccheri e grassi, prestando attenzione alla qualità dei cibi che consumano. In particolare, dolci, bevande zuccherate e piatti pronti sono da evitare a ogni età”, suggerisce la nutrizionista.
Il fabbisogno in minerali e vitamine è invece specifico a seconda del sesso e dell'età. “Gli adolescenti hanno un elevato fabbisogno di ferro a seguito dell'incremento del volume del sangue e della massa muscolare durante la crescita, nelle ragazze si aggiungono anche le perdite di ferro dovute al ciclo mestruale”, prosegue Dello Russo. “Oltre al consumo di carne e pesce, è indicato quindi mangiare legumi, cereali e verdure, possibilmente associando la vitamina C che ne facilita l'assorbimento; per esempio, un piatto di lenticchie e una spremuta d'arancia potrebbero costituire un pasto ideale”.
Giovani e anziani sono inoltre accomunati da un elevato fabbisogno di calcio e vitamina D, anche se per motivi diversi. “Il giovane ha un corpo in rapida crescita, con elevata ritenzione e, quindi, richiesta di calcio; nell'anziano-fragile, una diminuita densità ossea e muscolare e un maggiore rischio di fratture richiede introiti più elevati di questo minerale. Bere ogni giorno una tazza di latte o yogurt, meglio se magri e non dolcificati, fare attività fisica ed esporsi al sole aiuta a costruire in modo ottimale la massa ossea nei giovani e a evitarne la perdita negli anziani”, chiarisce la ricercatrice.
Anche per il consumo di sale le raccomandazioni sono le stesse per entrambe le fasce di età. “Limitarne l'assunzione a meno di 5g al giorno è indicato a tutti, con un'attenzione maggiore negli anziani che potrebbero consumarne di più a seguito di una fisiologica perdita del gusto”, sottolinea la ricercatrice. “Vanno evitati, dunque, gli alimenti trasformati, ricchi di sale, zuccheri e grassi e, se si usa il sale, deve essere comunque in piccole quantità ed è bene che sia iodato”.
Bambini e anziani sono, inoltre, maggiormente esposti a rischio di disidratazione rispetto agli adulti. “Si raccomanda di bere frequentemente durante tutta la giornata, anche quando non si avverte lo stimolo della sete e, ai giovani, di evitare bevande zuccherate, preferendo l'acqua”.
La nutrizionista del Cnr-Isa conclude riservando consigli specifici alle due diverse fasce di età: “È opportuno che chi è avanti con l'età ponga un'attenzione particolare al frazionamento dei pasti e scelga alimenti più digeribili; i giovani devono invece evitare di seguire le mode, che possono portare a diete squilibrate, e devono preferire regolarità e varietà nei pasti”.
Fonte: Marika Dello Russo, Istituto di scienze dell'alimentazione del Cnr, Avellino , email marika.dellorusso@isa.cnr.it -