Narrativa

Storie di aerei e di piloti

Copertine
di M. F.

Due giornalisti bolognesi con la passione per il volo: Giuseppe Braga  e Filippo Nassetti.  Autori di due libri - rispettivamente "Di questo sono fatti gli aerei"  e “Molte aquile ho visto in volo”  - che colgono l'emotività che questo mondo suscita e che hanno per protagonisti tanto gli aeroplani quanto coloro che li pilotano, cercando di descriverne le anime

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Due giornalisti con la passione per il volo. Giuseppe Braga è nato a Bologna, pilota di idrovolante, vive a Milano, è socievole con gli aeroplani più che con gli umani (pare), è stato per nove anni direttore del mensile “Volare” e ha pubblicato un breviario di storie d'aviazione, "Di questo sono fatti gli aerei" (Mursia). Filippo Nassetti, bolognese anche lui ma romano d'adozione, da oltre vent'anni lavora per Alitalia, dove segue i rapporti con i media e la rivista di bordo “Ulisse”. Il suo libro si chiama “Molte aquile ho visto in volo” (Baldini & Castoldi). Potremmo definirli un saggio sugli aerei e uno su chi li pilota, ma la categoria saggistica sfugge a due libri che colgono molta dell'emotività che questo mondo suscita, si pensi solo al “Gabbiano Jonathan Livingstone” di Richard Bach, a “La gabbianella e il gatto”, storia di Luis Sepulveda che Enzo D'Alò ha reso in un cartoon delizioso, a “Fear of flying” di Erica Jong, caposaldo della letteratura femminista.

In realtà, entrambi i libri hanno per protagonisti tanto gli aeroplani quanto i piloti e cercano di descriverne le anime. “Il soffio vitale dell'ingegno umano. La forza motrice del sogno”, scrive Braga nel suo, che tratta “dell'ingegno più che del congegno” in cinquantadue  racconti dove “le storie sono vere i personaggi e i contesti pure”. Da Clark Gable che si reca in Inghilterra per girare “Combat America” e che, per interpretare il film con maggior consapevolezza, tra il 4 maggio e il 23 settembre 1943 partecipa a cinque missioni di bombardamento a bordo dei B-17, al primo aereo italiano del 1909, il triplano a due eliche controrotanti Faccioli n. 1 progettato e costruito in tre anni dall'ingegnere eponimo con tele cucite dalla moglie. Da Franz Reichelt, sarto fissato con i paracadute, al primo volo ufficiale oltre Mach 1, cioè il muro del suono, avvenuto il 14 ottobre 1947. Il direttore d'orchestra Herbert von Karajan era proprietario di un bireattore Dassault Falcon 10 che lui stesso pilotava, mentre Luke Howard, in anni di grande sviluppo scientifico, nel 1802, davanti alla folla che riempiva la sala della Società Askesiana si presentò con un rotolo di fogli dipinti ad acquerello e diede il via alla moderna classificazione delle nuvole: cirrus, cumulus e stratus.

Non meno avvincenti le storie narrate da Nassetti. Chi c'è dietro la porta della cabina di pilotaggio e alle cui mani siamo affidati mentre siamo sospesi in cielo? Il pilota è una figura che incrociamo ai controlli, “insieme con il resto dell'equipaggio, divisa stirata, cappello, valigetta di pelle”. Ne conosciamo la voce rassicurante, “poi più niente. Vi siete affidati a lui come al chirurgo che compie su di voi una complessa operazione, impossibile da spiegare e da comprendere”. Ogni giorno migliaia di “potenziali eroi, pignoli e creativi, innamorati e cinici, capitani prudenti e temerari” solcano i cieli. La cronaca ne parla solo quando succede qualcosa di eccezionale: un atterraggio sulle acque di un fiume o, al contrario, uno schianto. Come quello che a Filippo Nassetti strappò il fratello, pilota tragicamente deceduto in giovane età, la figura del quale fa da filo conduttore alla collana di racconti degli uomini che “staccano l'ombra da terra”.

 

titolo: Di questo sono fatti gli aerei
categoria: Narrativa
autore/i: Braga Giuseppe 
editore: Mursia
pagine: 168
prezzo: € 15.00

 

titolo: Molte aquile ho visto in volo
categoria: Narrativa
autore/i: Nassetti Filippo  
editore: Baldini & Castoldi
pagine: 144
prezzo: € 15.00

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