I fiori di loto, le ossa umane, i cristalli liquidi, i coleotteri bianchi del sud-est asiatico, i cristalli fotonici: tutti questi sistemi, biologici e non, sono caratterizzati da strutture disordinate che interagiscono in maniera complessa con la luce. Comprendere i dettagli di questi rapporti a livello fondamentale e capire come sfruttarli per sviluppare nuovi materiali è l'obiettivo della fotonica del disordine, disciplina che da anni conta in Italia alcuni tra i massimi esperti mondiali.
Lo dimostra l'articolo sul tema riportato in copertina sul numero di marzo di 'Nature Photonics'. Una 'review' sulle tappe di ricerca più significative della 'fotonica del disordine', firmata da Diederik S. Wiersma, ricercatore dell'Istituto nazionale di ottica (Ino) del Cnr, direttore del Laboratorio europeo di spettroscopie non-lineari (Lens) di Sesto Fiorentino e coordinatore del gruppo di fotonica del Laboratorio.
"Dai primi studi in ambito di fisica della materia, nell'ultimo decennio sono stati fatti grandi progressi nel campo della fotonica", spiega Wiersma. "Da interrogativi sulla natura fondamentale del disordine si è giunti a sfruttare il disordine stesso per nuovi scopi". Ne sono esempio applicazioni avanzate in elettronica e opto-elettronica, tecniche di imaging di tessuti (come quelli degli organi interni e delle pareti dei vasi sanguigni) per utilizzo in campo medico, fino ai settori della biologia e della zoologia con lo studio delle strategie di adattamento legate alla mimesi, all'energia - in particolare per la realizzazione di nuovi pannelli fotovoltaici - o all'illuminotecnica, con la progettazione di sorgenti luminose ad alta efficienza.
"In questo settore che promette di crescere ulteriormente nei prossimi anni, l'Italia è in prima linea", conclude il direttore.
Fonte: Alessio Cimarelli, Ufficio stampa Laboratorio Lens (European Laboratory for Non-linear Spectroscopy' , email cimarelli@lens.unifi.it -
Per saperne di più: Nature Photonics volume 7, marzo 2013, pubblicazione on-line del 27 febbraio 2013, doi:10.1038/nphoton.2013.29