Rilanciare la centralità dell’Italia e dell’Ue nella futura politica mediterranea è tra le priorità dell’agenda del prossimo semestre europeo sotto la guida dell’Italia. Il tema è stato affrontato in occasione del convegno 'State Environmental Compliance and Enforcement in the Mediterranean Sea’, organizzato dall’Istituto di studi giuridici internazionali (Isgi) del Cnr di Roma, in qualità di 'grant holder’ dell’azione Cost 'Marsafenet’.
L’incontro, nella sede centrale dell’Ente, ha riunito a Roma, lo scorso 17 marzo, esperti da tutta Europa di tutela e valorizzazione della politica marittima mediterranea, intesa sia come rilancio delle attività produttive, sia come salvaguardia dell’ambiente marino-costiero. “L’obiettivo era dare spazio alle più attuali questioni nazionali legate alla protezione dell’ambiente marino. Come tutelare la biodiversità e le risorse biologiche del 'nostro’ Mediterraneo? Come dare attuazione alla nuova direttiva europea sulla sicurezza delle attività off-shore? Come coordinare lo sforzo dei vari paesi per prevenire e combattere l’inquinamento?”, spiega Gemma Andreone dell’Isgi-Cnr, chair della Cost Action.
Il workshop ha rappresentato anche l’occasione per riflettere sull'efficacia della 'Zona di protezione ecologica’, attualmente estesa al Mar Ligure, al Mar Tirreno e al Mediterraneo nord-occidentale, ai fini di un’efficace tutela dell’area e sulla scelta italiana, da valutare anche alla luce della nuova politica marittima integrata dell’Ue. Scelte che riguardano non solo le strategie di protezione e conservazione dei beni naturali, ma anche la giurisdizione in merito alla gestione delle risorse e alle attività produttive in mare. La seconda parte del workshop è stata, invece, maggiormente incentrata sul confronto tra le diverse politiche dei vari paesi Ue e extra-Ue affacciati su Mediterraneo e Adriatico.
“Il quadro normativo è complesso”, prosegue Andreone. “Un’ effettiva protezione ambientale del 'Mare Nostrum’ non potrà, infatti, prescindere da una stretta cooperazione internazionale e dalla definizione di politiche condivise”. L’iniziativa si è svolta nell’ambito della Cost Action 'Marsafenet’ (Network of Experts on the Legal Aspects of Maritime Safety and Security), finanziata dal settimo Programma quadro dell’Unione Europea fino al 2016, cui hanno aderito 22 paesi e circa 60 tra ricercatori ed esperti legali. “La finalità è assicurare la sicurezza su vari aspetti e attività legate all’ambiente marino: dalla regolamentazione della navigazione alla protezione degli ecosistemi, da attività quali pesca e commercio ad altre problematiche di diritto internazionale, cercando di superare i gap giuridici e normativi esistenti”.
Fonte: Gemma Andreone, Istituto di studi giuridici internazionali, Roma, tel. 06/49937651 , email gemma.andreone@cnr.it