Focus: Mosaico

Il web: un mosaico raffigurante un mondo in transizione

Persona al computer
di Maurizio Gentilini

Una delle metafore più realistiche, che meglio riassumono la realtà del mondo e delle società contemporanee, può essere il web. Una rete di connessioni - rappresentabile come un mosaico, ma rispetto a questo molto più fluida e dinamica - pressoché illimitata, con un enorme livello di complessità, che costituisce una delle creazioni dell’intelletto umano più alte, pur risultando facilmente raffigurabile e comprensibile. Ne abbiamo parlato con Michela Spagnuolo dell’Istituto di matematica applicata e tecnologie informatiche “E. Magenes” del Cnr

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Un periodo storico identificato da un “cambio d’epoca” come quello attuale ben si adatta a essere rappresentato attraverso l’immagine di un grande mosaico, dove le piccole tessere che lo compongono possono essere abbinate in un numero pressoché infinito di combinazioni che ne definiscono figure e forme, cromatismi e sfumature.

Il processo di composizione di un mosaico può costituire una metafora utile a rappresentare le grandi transizioni che il mondo e l’umanità stanno attraversando. Una di queste è identificabile in quel processo di trasformazione indicato con il termine di “rivoluzione digitale”. Una rivoluzione con caratteristiche e connotati profondamente nuovi, non limitati agli aspetti tecnologici, che porta con sé conseguenze culturali, sociali, politiche ed economiche di immenso rilievo. Una rivoluzione che nel giro di pochi decenni ha cambiato il funzionamento delle società e la vita degli individui e dei popoli, stimolando e creando prospettive di miglioramento della condizione globale e, allo stesso tempo, generando enormi problematiche.

Come per i linguaggi di programmazione, nuove grammatiche e nuovi alfabeti hanno riscritto la narrazione delle relazioni umane (spesso sostituendole con le connessioni virtuali), accompagnando il mondo globalizzato fuori dai recinti e dai paradigmi culturali descritti con il termine di “modernità”, per approdare a una fase fortemente dinamica ed evolutiva, spesso caratterizzata da una forte incertezza. Il mondo del “digitale” riflette anche la condizione di un’umanità alle prese con la precarietà relazionale, esistenziale, ermeneutica, economica e culturale; organizzata in società basate sull’immagine e sull’emozionalità, attraversate da movimenti non arginabili (di persone, immagini, tecnologie, capitali e idee), trasformata dalla globalizzazione e dalla frammentazione sociale, abitata da cittadini legati da rapporti liquidi - secondo la felice intuizione di Zygmunt Bauman - con le cose e con i propri simili, alle prese con la difficoltà di fondare legami solidi in un mondo di infinite possibilità e libertà, in cui la rappresentazione della realtà sembra essere più reale della realtà stessa.

La metafora è una delle modalità espressive più utili per congiungerci al significato cui fa riferimento, chiarendolo. L’organizzazione e la crescita del web è molto “creativa” e aperta al cambiamento. Un mosaico che, muovendo da molteplici centri di partenza, è capace di progredire senza stabilire gerarchie interne, ed è vocato naturalmente a creare una comunicazione produttiva attraverso l’interazione tra due o più punti in qualsiasi direzione. Un sistema di nodi e connessioni che, se bene utilizzate, creano relazioni. Qualsiasi punto della rete è connesso a ognuno degli altri attraverso un’espansione multidirezionale. Così come in una mappa, i percorsi per una destinazione sembrano all’apparenza già predestinati, in una geometria immutabile di strade, piazze e vicoli. Ciascuno può in realtà imprimervi infinite varianti, seguendo una serie successiva di bivi e svolte, arrivando tuttavia alla medesima destinazione. Allo stesso modo accade nella Rete, che consente infinite scelte di percorso per arrivare alla stessa meta.

A questo proposito, Michela Spagnuolo, direttrice dell’Istituto di matematica applicata e tecnologie informatiche “E. Magenes” (Imati) del Cnr, riflette anche sulla struttura del mondo dei social: “Facebook nasce dall’idea di creare un sistema per replicare in digitale l’annuario universitario, e quindi con una prospettiva di sostenere connessioni sociali attraverso un’infrastruttura digitale. Oggi, dopo più di vent’anni dal lancio di questo specifico social, il web ha dimostrato ampiamente la capacità di sostenere lo sviluppo di reti sociali, grazie agli strumenti disponibili per comunicare attraverso la creazione e condivisione di contenuti, attraverso motori di ricerca capaci di localizzare informazioni, suggerire affinità di interessi o anche ristabilire connessioni tra persone”

Mosaico di Otranto

Altra metafora a tema musivo che può riflettere la condizione del mondo e le sue dinamiche: uno dei mosaici artistici più famosi, considerati patrimonio dell’umanità è il cosiddetto “Albero della vita”, rappresentato sul pavimento della cattedrale medievale di Otranto. Facendo un parallelo tra lo schema di una pianta e la rete web, quelle che si presentano come radici (i nodi principali) sono in realtà una vera e propria porzione del fusto, rappresentano le gemme da cui germinano fiori e nuovi rami, sono un deposito di sostanze nutrienti. “La tecnologia offre un insieme di strumenti oggi in grado di realizzare quanto la metafora dell’Albero della vita suggerisce, a patto di costruire strumenti in grado di far crescere questo albero in modo armonioso, incanalando le energie positive che lo strumento web mette a disposizione”, commenta la ricercatrice.

Sulle prospettive dell’Intelligenza Artificiale Spagnuolo evoca i contenuti di un recente incontro del programma di SIGGRAPH 2024 con Mark Zuckerberg, ora Ceo di Meta, e Jensen Huang, Ceo di Nvidia Corporation e commenta: “È anche grazie all’esplosione di contenuti resi disponibili attraverso tecnologie web che si sono sviluppati molto velocemente questi nuovi e potentissimi strumenti, ma mi ha colpito una frase detta in quella circostanza: il raffinamento di strumenti come ChatGPT potrebbe rendere possibile un domani chiedere consiglio a questi strumenti su come superare momenti di crisi personale. Ecco, la tecnologia deve a mio avviso aiutare, ma mai sostituire la comunicazione tra persone, e qui c’è un potenziale rischio enorme rispetto alla disabitudine proprio dei più giovani alla comunicazione interpersonale. L’Intelligenza Artificiale generativa può quindi permettere di produrre contenuti sintetici che rischiano di far crescere sull’Albero della vita del web frutti potenzialmente tossici”.

Saremo capaci di distinguerli, isolarli, creare anticorpi e vaccini? Sì, ma utilizzando l’intelligenza (naturale), sfruttando il sapere critico, creando un nuovo umanesimo.

Fonte: Michela Spagnuolo, Istituto di matematica applicata e tecnologie informatiche “E. Magenes”, michela.spagnuolo@cnr.it

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