Saggi

Storia letteraria delle epidemie

Copertina del volume Storia letteraria delle malattie
di M. F.

Un saggio di Elisa Tinelli intercetta un mondo letterario amplissimo, che parte dai classici greci e latini e, passando per i maggiori italiani, ma anche per taluni stranieri, giunge fino a noi. Un campionario in cui si affrontano l'uso della terminologia bellica e i vari registri retorici, laddove la narrativa diviene il medium delle componenti sociali e individuali più rilevanti in qualunque malattia

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Il saggio di Elisa Tinelli “Storia letteraria delle malattie” (Dedalo) intercetta un mondo letterario amplissimo, che parte dai classici greci e latini - Omero, Lucrezio, Tucidide, Ippocrate - e, passando per i maggiori italiani come Petrarca, Boccaccio, Manzoni e Verga, ma anche stranieri come Edgar Allan Poe e Gabriel Garcia Marquez, giunge fino all'attualità della pandemia da Covid-19, ancorché di quest’ultima non sia dettagliata la pur ampia narrativa. Si offre così al lettore un campionario molto attendibile di quanto si è prodotto sul tema. Non mancano ovviamente i grandi testi come la “Storia della colonna infame” e i due saggi di Susan Sontag su “La malattia come metafora” e “L’Aids e le sue metafore”. Si affrontano, a proposito di metafora, l'uso della terminologia bellica nel racconto del contrasto al contagio nonché i vari registri retorici, tra i quali spesso domina il patetico. La scrittura diviene così un medium attraverso cui riscontrare analogie e modificazioni delle componenti sociali e individuali più rilevanti che intervengono quando nella situazione epidemica, in considerazione dell'aspetto psicofisico ineludibile in qualunque malattia, quali la credulità, il sospetto, la caccia all'untore, il capro espiatorio, la confusione tra punizione e responsabilità, il mescolamento tra senso di colpa e analisi razionale.

La narrazione del contagio dal Medioevo all’Età moderna si concretizza in un viaggio fra gli autori della letteratura italiana e non, attraverso i racconti delle grandi epidemie che si sono succedute in Italia, dalla peste nera del 1348 al mal francese, che conobbe l’apice della sua diffusione nel Cinquecento, fino alle ricorrenti epidemie di colera dell’Età moderna. Il titolo potrebbe indurre in errore, data la specializzazione “patologica” dell’antologia, ma ricordiamo che la letteratura in Occidente nasce proprio con la descrizione di un’epidemia, quella che nell’Iliade provoca la contesa fra Achille e Agamennone, e che a questo imprinting hanno fatto seguito davvero moltissimi testi che evocano o trattano la malattia contagiosa. Il volume ripercorre questa storia e propone autori della letteratura che sono stati diretti testimoni delle epidemie.

La parte forse più interessante è quella dedicata agli autori meno blasonati, che ai “grandi” guardano come a modelli imprescindibili per la narrazione del contagio: testi medievali e moderni, ormai dimenticati persino a scuola, di Marsilio Ficino, Francesco Berni, Niccolò Machiavelli, Girolamo Fracastoro, Francesco Berni, Girolamo Mercuriale. Si potrebbe citare da una quantità di fonti davvero cospicua: ci limitiamo, per tutti, a "I Viceré" di Federico de Roberto, opera del 1894. “Come credeva alla iettatura, era incrollabile nell'opinione che il colera fosse un malefizio, un espediente di governo inteso a sfollare le popolazioni, a incutere un salutare timore nei superstiti. Dinanzi allo Zio Duca, sapendolo dell'opinione contraria, più ‘progressista’, cioè che la peste venisse per correnti atmosferiche, taceva prudentemente; ma con Fersa si sbottonava, derideva le quarantene e tutti gli altri amminicoli fatti per darla a bere ai gonzi”. Sembra davvero scritta ieri.

“Io sono salute" (Aboca) è invece il testo in cui Nicola Gardini indaga il tema, condividendo il proprio percorso privato e pubblico degli ultimi 20 anni. L’autore ha imparato a riflettere sulla malattia in termini linguistici e poetici leggendo e traducendo tra gli altri Tucidide, Lucrezio e Virgilio, Decameron, Baudelaire e Nietzsche. La letteratura, sostiene, è ricerca della salute e ne parla sempre, perché si preoccupa di spiegare la forza e la debolezza dell’essere umano; gli scrittori, in quanto creatori, hanno il dovere di salvare l’esperienza individuale dalle spersonalizzazioni dei protocolli medici e dalle semplificazioni oppositive, rimettendo al centro l’originalità e la particolarità di ciascuna persona.

Titolo: Storia letteraria delle malattie 
Categoria: Saggi
Autore: Elisa Tinelli 
Editore: Dedalo
Pagine: 266
Prezzo: 19,00

Titolo: Io sono salute
Categoria: Saggi
Autore: Nicola Gardini
Editore: Aboca
Pagine: 175
Prezzo: 19,50

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