Emilia Luti è una giovane fiorentina orfana di padre che, per mantenere la madre e le sorelle minori, lavora come bambinaia e aiutante bibliotecaria presso la casa della nobile famiglia Vieusseux. Nell’ottobre del 1838, incontra Massimo d’Azeglio, genero di Alessandro Manzoni e frequentatore del salotto letterario di Giovan Pietro Vieusseux. D'Azeglio rimane colpito dalla sua schiettezza e dalla sua parlata fiorentina tanto da proporle di trasferirsi a Milano per diventare istitutrice di Rina, la figlia avuta dal primo matrimonio con Giulietta Manzoni. Inizialmente Emilia è insicura, non sa se lasciare la sua amata Firenze, la famiglia e il promesso sposo Fulvio, ma alla fine decide di seguire d’Azeglio a Milano, dove fin da subito il suo fiorentino purissimo suscita grande curiosità e attira le attenzioni dello stesso Manzoni che, insoddisfatto del suo ultimo romanzo, “I promessi sposi”, decide di riscriverlo nel fiorentino di uso comune in quell’epoca e pubblicarlo in una nuova edizione illustrata, scritta in una lingua “comprensibile a tutti, ricca di vocaboli e viva”.
Grazie alla presenza di Emilia, Manzoni inizia a “risciacquar i panni in Arno”, esponendo a Emilia i suoi dubbi linguistici e scoprendo nella bambinaia fiorentina una guida indispensabile per portare a termine la revisione del romanzo. Nello studio della casa milanese, tra le vicende di Lucia e Renzo, di Don Abbondio e di Fra Cristoforo, tra Alessandro ed Emilia nascerà una grande amicizia. Ed è proprio questo legame il fulcro de “La correttrice” (Mondadori), il libro di Emanuela Fontana che si distingue per essere stato in grado di restituire l'importanza meritata a una figura femminile apparentemente secondaria, citata a malapena nei testi di letteratura, e alle altre diverse forme di emancipazione che riguardano i personaggi femminili che la circondano: dall’ironica e decisa donna Giulia Beccaria, che amministra casa Manzoni, a Giovanna, madre di Emilia e donna istruita, capace di aiutare la figlia a trovare il termine più adatto da suggerire al grande Manzoni. La ricerca condotta dall’autrice ha interessato anche la figura di Manzoni, che nel romanzo viene descritto come un uomo affetto da una leggera balbuzie, tormentato da un’angosciante indecisione e ossessionato dalla necessità di dare vita a una lingua italiana unica e comprensibile per tutti.
Questo sforzo linguistico fu mosso dall’ideale politico di vedere l’Italia come nazione unita e libera dalla dominazione straniera. Il romanzo, narrato in terza persona, si caratterizza per una prosa scorrevole, fatta di descrizioni accurate e precise alle quali si alternano dialoghi nel fiorentino di Emilia e nel dialetto milanese parlato, invece, da Manzoni e dalla sua famiglia. Grazie e questi dialoghi è possibile leggere l’evoluzione linguistica de "I promessi sposi" e il passaggio dalla prima edizione, la Ventisettana, alla seconda, la Quarantana, contraddistinto da una forma del testo ibrida e ancora in evoluzione.
Titolo: La correttrice
Categoria: Saggi
Autrice: Emanuela Fontana
Editore: Mondadori
Pagine: 372
Prezzo: € 20,00