Narrativa: Luoghi comuni

Il lockdown, un romanzo distopico

Copertina del libro Arresti domiciliari
di Patrizio Mignano

Alan Bennet, scrittore, drammaturgo e sceneggiatore britannico, in “Arresti domiciliari” (Adelphi) ci fa rivivere, grazie a riflessioni e ricordi contenuti in un diario la pandemia e l'isolamento domestico. Uno dei momenti più difficili in cui si è trovata l'umanità dei nostri tempi

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All'inizio del 2020, come tutti ricordiamo, l'umanità si è trovata immersa “in uno dei più sinistri romanzi distopici” che siano mai stati concepiti.  “Siamo al 24 febbraio del 2020”, così scrive Alan Bennet nel suo romanzo dal titolo “Arresti domiciliari” (Adelphi), riportandoci a quei mesi in cui tutto è iniziato. “La settimana scorsa Rupert e i suoi colleghi della rivista sono andati in crisi perché l’amministrazione ha voluto sapere, senza espliciti motivi, quanti avrebbero potuto lavorare da casa. L’hanno considerata un’avvisaglia di riduzione del personale. Oggi si è scoperto che la manovra non è così ostile, è a solo titolo precauzionale. L’ufficio di Milano ha dovuto chiudere per via del coronavirus, e qui a Londra hanno sondato il terreno”.

Si tratta dello scoppio della pandemia da Covid-19, di fronte a cui la società non era preparata. E tra le misure adottate dai governi di diversi Paesi c'era quella dello smart working, che pochi avevano conosciuto fino ad allora come modalità di lavoro. L’autore racconta come, mentre la pandemia dilagava, non meno contagiose erano le ondate di retorica che si sono abbattute su tutti noi, in molteplici varianti. “Il 4 marzo sul giornale c’è una fotografia della Regina a un’investitura, coi guanti: immagino come protezione al coronavirus. Però i suoi non sono guanti normali, somigliano a quelli di un cavaliere medievale. Spero non siano la punta dell’iceberg della prevenzione”.

Bennet aggiunge come, dal 14 marzo, sia ufficialmente autorizzato e anzi obbligato, dal governo britannico a starsene a casa. “Da buon over 70 sono ufficialmente esortato a starmene isolato e in casa. Il mio normale trantran adesso ha l’endorsement del governo”.

Nei giorni successivi iniziano a volare sempre meno aerei, e sul Guardian viene pubblicata una foto di un cartello scritto a mano all’ingresso del villaggio Malham, che dice ai turisti di tornarsene a casa. “Nel nostro piccolo paese, a una trentina di chilometri, il parcheggio delle auto è pieno e c’è in giro molta più gente che di domenica. Anziché adottare il distanziamento sociale, certi visitatori in pratica se ne vanno a braccetto”.

Il racconto quotidiano della pandemia continua. In attesa che si inizi a parlare di vaccini. Contro il flagello c’è un solo farmaco efficace e senza effetti collaterali, che Bennet definisce “Arresti domiciliari”. Fino ad arrivare all’agognato momento in cui la routine quotidiana riprende gradualmente. "È arrivato l’autunno 2021, ed è ripresa la nostra vita, torniamo a casa in treno, da King’s Cross a Leeds”.

Titolo: Arresti domiciliari
Categoria: Narrattiva
Autore: Alan Bennet
Editore: Adelphy
Pagine: 63
Prezzo: 5,00

 

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