“Ascoltami, non dire nulla”, il libro ritrovato dai famigliari di Marco Pivato dopo la sua tragica, prematura scomparsa, ora in distribuzione da Vallecchi, non è un vero e proprio romanzo in senso canonico, come genere letterario. Non c’è, per esempio, una trama lineare, un plot, un avvenimento. È, piuttosto, un flusso di coscienza, una narrazione fra sé e sé, anche se rivolta a una interlocutrice. Il protagonista è un ricercatore italiano, un fisico che lavora in Lapponia in un acceleratore di particelle e che, dopo molto tempo, torna nell’assolata località balneare del Mezzogiorno italiano dalla quale proviene. Parlando, ci racconta qualcosa di sé, della propria vita, ma soprattutto inanella tutte le domande che noi esseri umani ci poniamo sul senso della vita. E prova anche ad abbozzare alcune risposte, desumendole in parte dalle grandi religioni, buddismo e cristianesimo in particolare, e in parte dalla scienza: le prime due leggi della termodinamica e il principio di indeterminazione di Heisenberg la fanno da padroni. Il fisico tende, anzi, a congiungere ciò che queste due branche della cultura possono dirci al riguardo.
Come scrive Piero Maldini nell’introduzione, non si può però leggere questo breve romanzo senza collegarlo alla scomparsa del suo autore, avvenuta un anno fa. E non soltanto perché anche Marco Pivato aveva sempre unito, nella propria ricerca, l'interesse per filosofia, religione, poesia, scienze umane e quello verso le scienze naturali e la fisica in particolare, trasferito nella sua prevalente attività professionale di giornalista scientifico. L'altro elemento di coincidenza tra personaggio e autore sta nella sofferenza interiore alla quale il romanzo dà spazio: non soltanto con l’interrogazione introspettiva ma anche con i riferimenti al ricorso agli psicofarmaci per contenere l'altalena emotiva provocata da un disturbo bipolare.
Chi ha conosciuto Marco Pivato non può insomma leggere questo romanzo senza un forte sentimento di emozione e commozione. Sfogliare queste pagine è un po' come passare sulla ferita ancora molto fresca della sua morte quella salsedine alla quale il libro fa cenno.
Anche le spiegazioni, per meglio dire le interpretazioni scientifiche che il romanzo fornisce delle leggi fisiche, puntano tutte verso la ricerca di quell’amore che dovrebbe governare il mondo, la natura, i rapporti tra gli umani. Ma che sappiamo bene non essere mai pienamente soddisfatta, a meno di non raggiungere prima un equilibrio interiore che però contrasta con quella progressiva tendenza al disordine che chiamiamo entropia e che, talvolta, ci sembra sovrastare qualunque sforzo possiamo cercare di fare per regolare, ordinare o armonizzare le nostre vite.
Categoria: Saggi
Autore: Marco Pivato
Editore: Vallecchi
Pagine: 76
Prezzo: 14,00