Elisabeth, una regina dark
di Alessandra Pedranghelu"Per evitare le responsabilità del pensiero indipendente si spiega il passato attraverso cliché storici". Con questa citazione dello storico inglese Christopher Haigh, Elisabetta Sala, docente liceale di letteratura inglese, introduce la sua biografia ‘Elisabetta ‘la Sanguinaria''.
"Per evitare le responsabilità del pensiero indipendente si spiega il passato attraverso cliché storici". Con questa citazione dello storico inglese Christopher Haigh, Elisabetta Sala, docente liceale di letteratura inglese, introduce la sua biografia ‘Elisabetta ‘la Sanguinaria''.
L'autrice attraversa il periodo storico dei brevi regni di Edoardo VI e Maria ‘la Cattolica' per soffermarsi poi a lungo sul regno di Elisabetta I Tudor, che resta sul trono d'Inghilterra e Irlanda ben oltre quarant'anni (1558-1603). Sistema totalitario, agenti segreti travestiti da ecclesiastici, ricostruzioni agiografiche, accuse di alto tradimento e pene capitali (Maria Stuarda), sono gli elementi che costituiscono, secondo Sala, la complessa macchina statale che Elisabetta utilizzava per mantenere il potere.
La regina, infatti, riesce ad affermarsi con strumenti spregiudicati, finalizzati al raggiungimento del consenso; contrasta il fanatismo religioso della sorella Maria, consolidando l'anglicanesimo e subordinando la chiesa al potere monarchico. Tuttavia, agli occhi dei sudditi adoranti appare come la ‘Regina Vergine' o la ‘Buona Regina'.
In particolare, le immagini della ritrattistica regale riportate nel testo raffigurano in maniera significativa la metamorfosi: dalla rappresentazione di tipo rinascimentale dei primi dipinti giovanili a un'iconografia di regime, che si arricchisce di simboli riconducibili all'idea salvifica di una dea.
Il mappamondo sul quale la sovrana poggia la mano, simbolo dell'incontrastato dominio inglese, e, successivamente, l'immagine che la ritrae dominante sulla natura mentre allontana le tempeste e poggia i piedi sulla mappa dell'Inghilterra, ci raccontano di Elisabetta molto più di tante analisi storiografiche. Ma le icone che meglio la identificano sono il pellicano (che si sacrifica per nutrire i figli), riprodotto su un ciondolo, e l'ermellino, simbolo di regalità.
La corte di Elisabetta diventa il centro della cultura ed è recepita come possibile area di consenso. Il teatro, infatti, è sempre più popolare e a corte vengono chiamati i migliori drammaturghi, primo fra tutti Shakespeare. Al grande ‘genio anglicano' l'autrice dedica un capitolo del volume e, citando Peter Milward, sottolinea come il romanticismo del drammaturgo sia una "grossolana distorsione della verità" che "trova posto in quel mito elisabettiano che evidenzia la doratura superficiale del periodo, passando sopra la sua immondizia, crudeltà e miseria".
Ma il ruolo ‘dark' di Elisabetta I Tudor, minuziosamente ricostruito da Elisabetta Sala, contiene anche, i segni della sua indiscutibile grandezza.
titolo: Elisabetta ‘la Sanguinaria’
categoria: Saggi
autore/i: Sala Elisabetta
editore: Ares
pagine: 376
prezzo: € 20.00