Gli Nft, nuova frontiera dell’arte
Parola del 2021 secondo il Collins Dictionary, questa sigla è l'acronimo di “Non-Fungible-Token”, ovvero un bene digitale - video, immagine, file audio - circolante tramite blockchain, con caratteristica di autenticità e non replicabilità. Gli Nft, come l’opera “Everydays: the first 5000 days” di Beeple, battuta all’asta per 69,3 milioni di dollari, stanno rinnovando i concetti di unicità e valore di un’opera, rivoluzionando il mercato dell’arte, che non ha più bisogno di intermediari come nel passato
Il 12 marzo del 2021 la casa d’arte Christie’s ha venduto all’asta per 69,3 milioni di dollari l’opera “Everydays: the first 5000 days” firmata da Beeple, al secolo Michael Joseph Winkelmann. Non una tela o una scultura da osservare da vicino per apprezzarne la pennellata o la qualità del modellato, ma un prodotto virtuale “Non-Fungible-Token” (Nft) contraddistinto da una sorta di “codice informatico” che vincola l’opera digitale al suo creatore grazie alla tecnologia blockchain, garanzia di tracciabilità e non duplicabilità. L’opera di Beeple in particolare è un “collage” di 5.000 immagini raccolte dall’artista, che raffigurano personaggi della cultura mediatica contemporanea. Il successo di questa vendita è la testimonianza di come la dematerializzazione dei beni stia investendo anche il mercato dell’arte. Beeple ha difeso questo nuovo modo di produrre opere di grande valore: "Gli artisti hanno usato hardware e software per creare opere d'arte e distribuirle su Internet negli ultimi 20 anni, ma non c'è mai stato un modo reale per possederle e collezionarle. Con gli Nft questo è cambiato", ha aggiunto specificando che "stiamo assistendo all'inizio del prossimo capitolo della storia dell'arte".
Il successo degli Nft è giustificato dal fatto che, con la rivoluzione informatica, l'arte è la prima a fare i conti con la riproduzione di massa e la distribuzione non autorizzata. La portata di questa rivoluzione digitale appare tanto più evidente se si pensa che il 12 maggio dello stesso anno, a New York, Sotheby’s batteva il dipinto “Le Bassin aux Nymphéas” di Claude Monet allo stesso valore dell’Nft di Beeple. Il cambio di paradigma nella fruizione è sostanziale: l’oggetto che per secoli ha avuto un peso artistico ed economico tangibile, migra nell’ecosistema digitale, dove tutto si smaterializza e appare fluido. Per acquistare un Nft bisogna ricorrere alle criptovalute, ovvero sistemi monetari autonomi rispetto ai canonici circuiti bancari. La loro fruibilità è quindi limitata.
Sin dagli anni ’60 gli artisti sperimentano nuovi strumenti di espressività, producendo videoinstallazioni, internet art, musica elettronica. I Non-Fungible-Token però sono una cosa diversa. “Proprio a causa degli Nft, stiamo vivendo ora una grande contraddizione perché essi, grazie alla blockchain, hanno reso unica una cosa ripetibile”, spiega Ilaria Bonacossa, esperta del mondo dell’arte e direttrice del Museo nazionale d’arte digitale di Milano, che aprirà nel 2026.
Everydays: the first 5000 days
Questa nuova frontiera ci riporta alle riflessioni del filosofo tedesco Walter Benjamin che nel suo testo “L’opera d’arte nell’epoca della sua riproducibilità tecnica” del 1936 affrontava il tema della riproduzione seriale di capolavori, divenuti oggetto di consumo. Forse gli Nft sono un’inversione di tendenza rispetto a quanto preconizzato dallo stesso Benjamin.
C’è da dire che il successo del settore ha portato alla ribalta molti artisti, precedentemente apprezzati solo sui social e in un mercato di nicchia. La prima diffusione dei token non fungibili risale al 2017, quando la società canadese Dapper Labs mise sul mercato un gioco basato su una collezione di “figurine digitali” di gattini chiamati CryptoKitties, unici e con caratteristiche differenti, scambiabili sotto forma di Nft sulla Blockchain di Ethereum. Il successo della trovata portò allo scambio di questi Nft per cifre straordinarie. Il mondo degli Nft segna anche il declino della figura dell’intermediario che per secoli ha fatto da tramite tra artista e pubblico: sulle piattaforme dedicate le opere vengono scambiate direttamente. Inoltre, nuove applicazioni per la realtà aumentata e virtuale, come ad esempio per il metaverso, creano “luoghi digitali” dove mostrare le creazioni.
Tra i performer più quotati oggi si annoverano Krista Kim, fondatrice del movimento Techism che esplora il concetto di coscienza digitale; Andrés Reisinger, le cui immagini oniriche hanno suscitato l'interesse di molti collezionisti; Refik Anadol, pioniere dell'estetica dei dati e dell'intelligenza artificiale; Daniel Arsham, che si colloca a cavallo tra arte, architettura e performance. Anche le sedi espositive più tradizionali si aprono a questa nuova frontiera dell’arte: presso Palazzo Strozzi, a Firenze, dal 18 maggio al 31 luglio, sarà allestita la mostra titolo "Let’s Get Digital! - Nft e nuove realtà dell’arte digitale", dove il visitatore può immergersi in un mondo a confine tra arte reale e digitale.
Fonte: Sandra Fiore, Ufficio stampa, sandra.fiore@cnr.it